Cronaca

Palù (Aifa): “Il Covid? Nato da un incidente…”

Il virologo punta il dito sulla Cina. E avverte: “Immunità di gregge impossibile da raggiungere”

Adesso non è più una teoria del complotto, ma qualcosa su cui si può discutere. Prima considerata una mezza follia di Donald Trump, l’ipotesi che il coronavirus sia sfuggito (per dolo o per colpa?) dal laboratorio di Wuhan corre sulle bocche di tutti. Joe Biden, in primis. E poi scienziati, giornalisti e – da oggi – anche Giorgio Palù, virologo e presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco.

Nel libro scritto da Bruno Vespa, infatti, sono contenute alcune dichiarazioni piuttosto scoppiettanti. “L’allarme, è noto, fu dato dai cinesi in ritardo – dice il virologo – La Cina non ha mai chiarito fino in fondo le cause dell’origine del virus. Personalmente credo che si sia trattato di un incidente di laboratorio a Wuhan. Era già successo in altri laboratori cinesi con virus e batteri altamente contagiosi, cosi come negli Stati Uniti e in altri posti. E, intanto, noi dobbiamo imparare a convivere con il Covid”.

Il Covid sarà endemico

Convivenza che si sta facendo difficile, ma possibile. Grazie ai vaccini, certo. Ma presto anche grazie ai farmaci antivirali con cui combattere il morbo. “Usciranno farmaci antivirali, come è capitato per l’Aids e per l’epatite C, la prima malattia da virus che stiamo “eradicando” con i farmaci”, spiega Palù. Che si dice certo che “il Covid-19 rimarrà con noi”: “È il destino di tutti i virus pandemici. Come rimarrà? Non lo sappiamo con certezza, molto probabilmente in forma endemica. L’unico confronto possibile è con le pandemie da virus respiratori del passato: nel secolo scorso, quando avemmo le tre pandemie di influenza (la spagnola nel 1918, l’asiatica nel 1957, la Hong Kong nel 1968), il mondo era abitato, rispettivamente, da 1,7, 2,5 e 4 miliardi di persone. Oggi siamo a 8. Ma allora il virus non raggiungeva nicchie di popolazione isolate. Oggi il Covid è arrivato in Antartide”.

Rischio ping pong di virus tra uomo e animali

Anche per questo quell’immunità di gregge tanto decantata dai virostar italiani, con l’asticella piazzata prima al 70%, poi all’80% e infine al 90% degli immunizzati, per Palù sarà impossibile da raggiungere “in un mondo globalizzato, con l’Africa non vaccinata e i casi che continueranno a crescere”. “Potremmo inoltre assistere a un ping pong tra uomo e animali – spiega il virologo – Il Coronavirus è il virus più diffuso tra gli animali e sono almeno dieci le specie in cui può insediarsi il Sars-CoV-2. I danesi hanno sterminato 20 milioni di visoni, ma non è sufficiente. Con il morbillo e la poliomielite, bastava vaccinare il 90 per cento della popolazione per avere l’immunità di gregge nei Paesi colpiti. Oggi, con il Covid e circa 2 miliardi di persone vaccinate e due terzi di mondo che non lo sono, la missione è impossibile, perché non ce la faremo mai a vaccinare il 90 per cento di una popolazione che viaggia da un continente all’altro”.

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