In questi giorni non si fa che discutere dell’appello di alcuni ebrei italiani contro le operazioni militari di Israele nella Striscia di Gaza, operazioni che ritengono una “pulizia etnica”. L’appello è stato firmato da circa 200 intellettuali e personalità di spicco del mondo ebraico che chiedono all’Italia di “non essere complice”. Né di Trump che “vuole espellere i palestinesi da Gaza”. Né della “violenza” dei coloni israeliani in Cisgiordania. Sui giornali il dibattito è acceso, con interviste ad esponenti della comunità ebraica, chi favorevole e chi contrario all’operazione lanciata, tra gli altri, da Gad Lerner. David Parenzo, combattivo co-conduttore (si dice così o si offende?) della Zanzara con Giuseppe Cruciani, però, non ci sta.
Riportiamo per intero il suo post, sperando di non fargli torto (e soprattutto che non ci chieda un cachet come per la Ripartenza….). “Mi avete chiesto in tanti perché non vi è la mia firma sotto questo “appello” – ha scritto su Facebook Parenzo – 1) non firmo appelli; 2) non firmo appelli in cui si dice: ‘ebree ed ebrei DICONO’ perché lo trovo scorretto, fuorviante e totalmente fuori luogo nel giorno dei funerali dei fratelli Bibas; 3) di quell’appello non condivido neppure gli spazi bianchi tra le parole; 4) mi appello a chi ha firmato l’appello a fare un appello contro l’iniziativa ‘ulturale’ che si terrà all’Università La Sapienza di Roma il 5 marzo con presentazione del libro del terrorista Sign. Yahya Sinwar, responsabile principale del disastro di Gaza e del pogrom del 7 ottobre. Se nelle medesima Università si presentasse un libro di poesie di Goebbels, ci sarebbe qualche protesta? Qualche sit-in? Tutto normale?”.
Impossibile non condividere, per una volta. E quella di Parenzo non è l’unica voce contraria all’appello, sia chiaro. Il presidente della Comunità Ebraica Milanese, Walker Meghnagi, ha detto: “Sono quattro stupidi. Non contano niente. Ma non vale la pena di parlarne, a dargli spazio si fa il loro gioco”. Per l’avvocato Iuri Maria Prado, invece, “non c’è nulla di più antisemita che fare appelli ‘in quanto ebrei’. Gli ebrei sono persone come le altre, non si possono fare liste di ebrei da pubblicare. E gli altri ebrei, che non la pensano allo stesso modo? Si fa a chi è più circonciso”. Mentre dalla Comunità ebraica romana, Victor Fadlun ha aggiunto: “Dissonante e orribile che proprio in questi giorni sui giornali siano comparsi appelli e denunce contro la ‘bonifica etnica’ a Gaza, infangando proprio mentre si celebravano i funerali di Shiri e dei piccoli Bibas – e mentre anche la nostra Comunità si raccoglieva nel cortile della Scuola, commossa e col cuore spezzato al suono dello Shofar – la legittima guerra di Israele contro il Male Assoluto di Hamas, oltraggiando il sangue versato dai giovani israeliani per difendere non solo Israele, ma i valori dell’Occidente e quelli più profondi che ci rendono umani”.