Politica

“Per fortuna che Silvia c’è”. La partita di Genova e la piroetta Renzi

Iniziata con la solita inchiesta giudiziaria, la campagna elettorale per il nuovo Sindaco di Genova. Centro destra con il vice Sindaco e campo largo con la campionessa del martello

comunali genova Immagine generata tramite Flux e © Andrey X. tramite Canva.com

Strano Paese, ma certamente non imprevedibile. Anzi tanto prevedibile da apparire banale e anche un po’ ridicolo e noioso. Mentre il Santo Padre si prepara a uscire afono dall’ospedale, dove i miracoli li ha fatto una equipe di medici che, buon per lui, non è emigrata all’estero, e il presidente della Repubblica si diletta a parlare di politica estera e di politica commerciale (che anche alla fiera dei sommelier non risulterebbero di sua competenza istituzionale), a Genova va in scena la piece teatrale più divertente. Ma a scriverla non è certo Agatha Christie, perché di sorprendente o tale da creare suspence non vi è nulla. Anzi, è proprio il nulla a dominare all’insegna di un vecchio slogan che diventa nuovo: Per fortuna che Silvia c’è..

Ma partiamo dall’inizio: coloro che credono nella costituzione e nella legge uguale per tutti affermano che l’unica certezza è quella relativa alla data del primo turno delle elezioni che dovranno il 25 e il 26 maggio (con possibile ballottaggio a giugno) regalare a Genova un nuovo Sindaco dopo il trasferimento di Marco Bucci al vertice della Regione Liguria che ha conquistato battendo il candidato del campo largo dato da tutti per vincente a pancia bassa, l’ex ministro Andrea Orlando. Ma invece le certezze si materializzano giorno dopo giorno seguendo in modo talmente pedissequo (non Pdssequo) il copione che per altro, negli ultimi anni, non ha portato bene alla sinistra.

Mancano circa due mesi alle elezioni e una bella inchiesta sull’opera più costosa ed evidente per Genova, la nuova diga portuale che dovrebbe consentire allo scalo di accogliere le navi giganti (porta container e porta passeggeri) arriva con una puntualità quasi svizzera. A ricevere l’avviso di garanzia per le procedure di appalto è l’ex presidente dell’Autorità di sistema portuale, Paolo Emilio Signorini, già arrestato e detenuto per un lungo periodo per un’inchiesta che nel porto di Genova ha fatto fuoco e fiamme e che in altri porti non ha acceso neppure un cerino. Ma “sotto accertamento” è anche l’ex presidente della Regione, Giovanni Toti (pure lui uscito con un patteggiamento dalla maxi inchiesta per corruzione) che al momento non risulta indagato, ma sul quale i magistrati della Procura di Torino stanno svolgendo “approfonditi accertamenti”. I reati ipotizzati sono turbativa d’asta, falso e malversazione: il fascicolo, aperto inizialmente a Genova, è stato trasmesso ai pm europei di Torino, competenti sui reati che danneggiano gli interessi finanziari dell’Unione.

Considerando che Commissario alla Diga è Marco Bucci, presidente della Regione e uomo che ha scippato prima il Comune poi la Regione alla gloriosa macchina da guerra della sinistra, non ci vuole Pitagora per tirare le somme. Non solo l’inchiesta rappresenta uno splendido precedente giurisprudenziale per tutte le opere finanziate con il Pnrr, ma pare assolutamente improbabile che l’inchiesta non si allarghi anche a Bucci, magari proprio sotto elezioni.

Il dejavu è scontato. In corsa per la carica di Sindaco di una delle città più complesse d’Italia, non fosse altro perché sede del porto più importante per l’economia del Paese, ci sono per il centro destra, Pietro Piciocchi, vice Sindaco reggente e di Genova e, guarda caso, per anni braccio destro di Bucci. Uomo di conti, numeri e capacità amministrativa nonché di profonda conoscenza della città ma – secondo molti – poco empatico e quindi non affine alla politica show. Per il centro sinistra una signora presa – come sottolinea la sinistra – dalla “società civile”. Campionessa italiana del lancio del martello, due volte partecipante alle Olimpiadi (il che spinge i media di area a esaltarsi e definirla campionessa olimpica), vice presidente del Coni, con un identikit quasi perfetto per fare il candidato di centro-destra, ma zero esperienze politiche e amministrative.

E il copione copiato dai precedenti si sublima nel week end: arriva a Genova Matteo Renzi, e insieme con la candidata Salis, non ha remore a ricordare che il suo partito aveva appoggiato Bucci e Bucci aveva vinto; ora tornato nel suo alveo naturale ed espressa (dice lui) la candidata civica, farà altrettanto nel suo campo naturale di azione che è il centro sinistra. Nell’ammissione di essere andato contro natura (quando appoggiava Bucci) Renzi non esita a produrre anche una previsione suggestiva: “Genova è un sismografo: vinceremo qui e poi alle politiche”. Non si capisce se il terremoto debba essere provocato dal martello lanciato dalla Salis (che sta imparando a conoscere Genova) o dal campo largo che ha bruciato due o tre candidati con esperienza amministrativa, o se volesse riferirsi a un barometro. Mah. E il barometro pare che orienti le previsioni verso il campo largo  che – come accaduto alla recente convention – intona …”per fortuna che Silvia c’è”. Di certo fortuna per loro che il Silvio nazionale, Berlusconi, martello o non martello, su quella strofa non può rivendicare il copyright.

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