Cosa dicono i numeri? L’afflusso di fedeli per rendere l’ultimo saluto a Papa Francesco è stato senza dubbio imponente: nella serata di ieri la Sala Stampa vaticana ha fatto sapere che dal primo giorno di esposizione della salma fino alle 19 di ieri sera “si sono recate nella Basilica di San Pietro oltre 90mila persone”. Il numero ha poi superato stamattina quota 128mila, anche grazie alla lunga apertura: questa notte la basilica è rimasta aperta fino alle 2.30 di notte e ha riaperto sin dalle 5.40.
C’era da aspettarselo, ovviamente. Bergoglio ha goduto di ottima stampa per tutto il suo pontificato e, benché non celebrato come Giovanni Paolo II, tutti si sono uniti nell’elogio unanime. Chi ne ha sottolineato le parole sui migranti, chi quelle sulle guerre, chi la condanna per i bombardamenti israeliani su Gaza, chi sulla Russia, la Nato e l’Ucraina. In pochi, a parte noi (leggi qui), ne hanno ricordato anche gli scivoloni linguistici, le dure parole sull’aborto, sulla “frociaggine” e contro l’utero in affitto (tutti temi scomparsi dai giornali).
Per Benedetto XVI fu l’esatto opposto: considerato troppo conservatore sin dalle scarpe rosse di Prada, lui che ha scelto di abitare nel Palazzo Apostolico e non a Santa Marta, è stato criticato in ogni salsa soprattutto dai media internazionali. C’è chi lo definì il “pastore tedesco”, chi sparse veleni, chi gli impedì di andare a parlare alla Sapienza. Quasi tutti, almeno a livello di media e di intellettuali, lo considerarono troppo lontano dai fedeli, troppo silenzioso, troppo teologo, troppo regale.
Eppure… eppure i numeri dicono che in due giorni di esposizione della salma di Papa Ratzinger a rendergli omaggio furono 135mila persone (fonte: Vatican News), qualcosa in più che Francesco. Vedremo se domani, in occasione del 25 aprile, la festività farà raggiungere a Bergoglio la quota 200mila raggiunta da Ratzinger (fonte: Gendarmeria vaticana).
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