Politica

Povera Schlein: morto Marx, al Pd restano Elodie e Bizzarri

Dopo la cantante, anche il comico critica la segretaria del Pd. Povera Elly, non le resta che provare con Sanremo

© STILLFX tramite Canva.com

Le menti migliori della mia generazione mettono in discussione la linea programmatica del segretario della sinistra democratica, Elly Schlein. Dopo l’attacco, a tratti brutale ma non privo di spunti analitici, da Elodie di Patrizi (“Schlein senza carisma, non la voterò”), si registra oggi una ulteriore presa di distanza da parte dell’umorista Luca Bizzarri, in passato prodigo di riflessioni originali e mai scontate in riferimento al regime di Meloni, Salvini, Tajani e Sangiuliano: “Questa sinistra è la peggiore della storia: continuerà a lagnarsi del terzo bagno e dell’impresentabilità dei vincenti senza mai girarsi verso lo specchio che rifletterebbe quella stessa mediocrità”.

Una accusa precisa, dai lineamenti contenutistici inequivocabili, densa di spunti, puntata senza mezzi termini contro l’articolazione strategica della direzione piddina; Bizzarri non nasconde il disagio del creativo che, pure dedito al nutrimento spirituale delle masse, senza rinunciare a farle pensare all’insegna del “castigat ridendo mores”, non può nascondere una condizione di profondo disagio, evidente, e ribadita nelle sue esternazioni oltre la dimensione artistica. Ma pure una sortita che, nella sua urgenza drammatica, conferma la mai spenta tradizione della sinistra nel mettersi in discussione con accenti anche forti, ma aperti, la vocazione al confronto all’occorrenza aspro, perfino crudo, una ricchissima eredità nella dialettica fra intellettuali, artisti e gruppo dirigente; per potenza ermeneutica e intensità dialogica, il j’accuse di Bizzarri a Schlein può ricordare la storica presa di posizione del direttore del Politecnico, Elio Vittorini, che nel 1951 decise di lasciare il Partito, in aperta polemica con le posizioni del Segretario Palmiro Togliatti, che, dalle colonne di “Rinascita”, gli rispondeva in modo inequivocabile: “Vittorini se n’è ghiuto e soli c’ha lasciato”.

Anche Bizzarri ed Elodie se ne sono ghiuti e adesso si attende la replica di Schlein, che, verosimilmente, dovrebbe attingere al repertorio di Tony Effe piuttosto che a quello della tradizione popolare napoletana. Il sesso e samba dell’attuale temperie politica non prescinde da apporti vari, sfumati, ricevuti da multiformii fonti artistico-culturali: è lecito supporre che l’articolazione dialogica non finirà qui: si annunciano già ulteriori apporti da Luca Marinelli, Jovanotti e Fumettibrutti, ai quali potrebbero rispondere gli intellettuali più ortodossi e vicini alla Segreteria, da Saviano a Scurati, da Chiara Valerio a Wanna Marchi. Interlocutoria, invece, resta la collocazione di Zerocalcare, mentre permangono in una dimensione di dissenso dialettizzante Tomaso, Raimo, Chef Rubio e Scaramacai. Quanto alle punte avanzate della sinistra sociointervenista, come Rosa Vespa e il marito Aqua Moses, si attende la duplice candidatura d’ufficio dopo la presunta sottrazione di bebè, ma non è ancora definito se dal partito di Soumahoro e Salis o direttamente dal Pd. L’ufficializzazione non dovrebbe comunque tardare e forse verrà annunciata già sul palco dell’Ariston.

La linea strategica di Elly Schlein è messa in forte discussione in questi tempi di ripensamento e di attacco al postmarxismo woke, con l’inopinata rielezione di Donald Trump e la formazione di una neoultratecnodestra volta a impedire spazi di libertà e di confronto. Di conseguenza, la Segretaria Pd, pressata anche internamente da vivaci fermenti neocentristi come quello di Prodi, l’eterno ragazzo del centrosinistra, si ritrova a dover gestire istanze politiche policrome all’insegna di un armocromismo strategico nella prospettiva di una identità rinnovante nel segno di una continuità concettuale coesa nelle sue sfumature e attrattiva per l’elettorato. L’attacco del politologo Bizzarri, del resto, si articola in argomentazioni vieppiù stringenti e precise: “Non sono riusciti a trovare niente di meglio di un ottantenne giustamente rincoglionito, umiliandolo pure pubblicamente per sostituirlo all’ultimo minuto”.

Parole forti, che potrebbero legittimamente sortire una replica da parte dell’ex presidente Joe Biden: “Non sono ottantenne”. Ma è, si direbbe, il destino della sinistra quello di doversi sentire, e mettere, costantemente in discussione in un perenne sforzo di adesione al senso della storia. A questo punto, la leadership di Schlein pare in seria difficoltà e in una condizione mai così precaria; la segretaria potrebbe considerare l’eventualità di una ospitata a Sanremo per ribadire con decisione la solidità del suo ruolo, che da più parti viene ormai apertamente contestato. A questo punto, manca solo una Lettera Autografa di Papa Francesco, il pontefice che più di ogni predecessore ha ispirato il proprio mandato all’insegna di una ritrosia quasi monacale, perfino eccessiva, e poi per Elly potrebbe essere davvero la fine.

Max Del Papa, 26 gennaio 2025

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