Esteri

Prosit Macron, che goduria: all’Eliseo 11mila bottiglie di champagne

Il presidente francese ha lanciato un bando di gara per la fornitura di bollicine per i prossimi quattro anni

macron champagne © Florent Bertiaux e Kativ tramite Canva.com

Che al presidente francese Emmanuel Macron piacessero le bottiglie, in particolare quelle modiglianesche, con quel collo lungo, affusolato, non è una novità: però, mon dieu, est modus in rebus: la sua passione rischia di scassare le pur capaci casse dell’Eliseo. Macron è un gaudente, e si tratta bene: lui e la premier grand dame, anzi grand-mére, viaggiano a champagne come neanche i nobili decaduti di Simenon. Sentite qui che roba: “La Presidenza della Repubblica – informa “l’Informé, che è bene informato – è alla ricerca di 11mila bottiglie di bollicine fini per cocktail e ricevimenti nei prossimi quattro anni. Con una leggera predilezione per lo champagne rosé”.

Azz! Prosit! Altri siti scendono nel dettaglio, e c’est so chic! “Sebbene il deficit del bilancio statale sia stato maggiore del previsto nel 2023, pari a 154 miliardi di euro, pari al 5,5% del Pil, e dovrebbe raggiungere il 5,1% del Pil nel 2024, queste sono informazioni che vanno male. L’Eliseo ha lanciato un bando di gara per la fornitura di champagne per i prossimi quattro anni. La dotazione finanziaria, prelevata dal bilancio della Presidenza della Repubblica, è fissata in 550mila euro tasse escluse in un massimo di quattro anni. Secondo il bando di gara, circa 2.760 bottiglie di champagne non millesimato vengono consumate ogni anno dall’Eliseo, che produrrebbe, per quattro anni, più di 11mila bottiglie di champagne. Queste bottiglie vengono servite “nel corso di vari ricevimenti e in occasione di eventi interni ed istituzionali”. Il bando precisa tuttavia che le bottiglie fornite devono essere di qualità standard e che “il vino d’annata è autorizzato ma non obbligatorio”. Ma se contiamo sulla fascia alta della fascia di budget indicata nel bando di gara, saremo ancora intorno ai 50 euro a bottiglia, che è già più caro dello champagne di qualità “standard”.

Undicimila bottiglioni per i ricevimenti: ma che cazzo ve siete bevuti? La democrazia, si diceva, ha un costo: già, specialmente liquido. E la democrazia per il compagno Macron, che vuole spezzare le reni al Putin, è inastare la boccia sulla baionetta, gettare il fiasco oltre l’ostacolo. Allons enfants de la distillerie. Voilà! Con buona pace dell’Antonella Violà, all’Eliseo si tracannano duemilaottocento caraffe l’anno, per non saper che fare, perfino oggi che ne è uscita Carla Bruni (non fatela rientrare, se no il budget salta definitivamente). “Nunc est bibendum, pede libero”. Infatti Marcon resta a piede libero malgrado il suo modo spericolato di condurre l’economia domestica. Tanto mica paga lui, lui tracanna insieme ai suoi ospiti. Al presidente Ciucchetton suggeriremmo quasi di invitare il nostro papa Cecchettin, per un incontro al vertice in cui si dibatte di patriarcato alcolico, con tanto di brindisi definitivo. E a noi non resta che ridere, acido, perché, tanto, amico mio, democrazia questo è: una faccenda di privilegi spacciati per ragion di Stato, di gozzoviglie contrabbandate da politica, di orge a tutti i livelli imposte come tutela dei sacri confini. Undicimila bottiglie di millesimato a 700 euro cadauna in 4 anni, noblesse oblige: per dirla come Walter, il barista di Lino Banfi: ma andè a cagà.

Perché, ecco cosa si vuol dire, qui nessuno si scandalizza per il fatto in sé, se mai indispone la spocchia, l’arroganza di tutti questi: le repubbliche democratiche nacquero ufficialmente per abolire i sistemi di potere dei vecchi regimi aristocratici, alieni rispetto al popolino e al popolaccio, alla plebe finalmente decorata di cittadinanza: è andata a finire che il livello di distacco si è accentuato, i presidenti democratici sono assai meno democratici dei vecchi re e regine pre rivoluzione, e senza neppure lo stile, ovvero l’ipocrisia, dei regnanti britannici. Sono se mai a livello sceiccati ed emirati, uno sbraco, un pessimo gusto oltre l’imbarazzo, senza alcun ritegno, senza vergogna, che una istituzione sovranazionale come l’Unione Europea si incarica di istituzionalizzare, di rendere accettabile e indiscutibile. A proposito. Il principale sponsor di Mario Draghi al posto della Baronessa, pare sia proprio Macron, anche se pare se ne sia già pentendo: a questo punto, tutto è chiaro: levateje er vino, fategli posare il fiasco. Le mille ragioni, tutte ottime, sono state abbondantemente e ottimamente sviscerate su questa testata e anche sulla collegata Atlantico. Draghi, quello di “non ti vaccini ti ammali muori” e “volete voi la pace o i condizionatori” in Ue “per cambiare tutto”? Sul serio? Ma per Bacco!

No, non potete fare sul serio, neanche tu, Macron dalle undicimila brocche rosè. “Per non sentire l’orribile fardello del tempo che vi spezza la schiena e vi tiene a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi!”. Non scherziamo, beviamoci sopra, sbronziamoci come ci esorta Baudelaire, che è sempre meglio che fare una cazzata epocale come inastare quel banchiere Mario sulla Ue, e non se ne parli più.

Max Del Papa, 18 aprile 2024

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