Quanto ci costano le chiusure a oltranza

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“Se sia pensabile o impensabile la chiusura dipende esclusivamente dai dati che vediamo”. Mario Draghi risponde indirettamente ed in maniera irridente a Matteo Salvini parlando in conferenza stampa a proposito di chiusure. Ma visto che è soprattutto di economia che Draghi si intende, è su questa che vorremmo riflettere quando si parla di chiusure. E visto che è ai dati che ci si affida, vorremmo vederli spiegati bene.

Noi – nel nostro piccolo – spieghiamo un anno di pandemia vista coi dati dell’Istat. Abbiamo scoperto di avere il virus in casa il 22 febbraio 2020. Il predecessore Giuseppe Conte apparve quella domenica in tv più di una decina di volte. Impossibile non incrociarlo facendo zapping. Tutta colpa di Codogno e Vo Euganeo, ricorderete tutti. All’inizio le zone rosse sembravano essere limitate a questi due comuni. Dopo due tre giorni l’intera Lombardia e tutto il Veneto. Il motore della nostra economia. Dall’8 marzo, Festa della Donna, l’incubo diventa nazionale. In quel primo quarto dell’anno, l’Italia registrerà un Pil di 407 miliardi di euro. 24 miliardi in meno rispetto al primo trimestre del 2019, quando il Pil italiano si fermò a quota 431 miliardi. Considerato che l’incubo parte il 22 febbraio possiamo rapportare questo crollo del reddito ad appena 38 giorni. Sono grosso modo 641 milioni di Pil in meno ogni giorno. Ed il peggio doveva ancora arrivare.

Avevamo sperimentato un lockdown duro ma ancora per poche settimane. Il secondo quarto del 2020 è stato veramente terribile. 870 milioni di reddito in meno ogni giorno. In quel trimestre l’Italia ha totalizzato un Pil di 354 miliardi contro i circa 432 miliardi del secondo trimestre del 2019. Mediamente prima del Covid il nostro reddito trimestrale oscillava – come vedete e come vedrete – intorno a 430-432 miliardi. Poi arriva il dato del terzo trimestre. L’estate “pazza” a sentire i soliti virologi da salotto che non curano un paziente che uno. Pazza “un par di palle” verrebbe da dire. In quell’estate abbiamo avuto un Pil di 410 miliardi circa contro i soliti 432 del terzo trimestre di un anno prima. Per intendersi “soltanto” -240 milioni ogni giorno.

Infine, dopo il lockdown duro di primavera e la clausura morbida dell’estate arrivano le chiusure “striscianti” del quarto trimestre. Ristoranti aperti (forse) a pranzo ma dipende dal colore. Ristoranti chiusi comunque a cena. Indipendentemente dal colore. Follie su follie. Gialli, arancioni, arancioni rafforzati e rossi. I colori con cui il governo Conte allegramente condannava alla miseria una parte del Paese senza aver messo a disposizione un protocollo di cura decente per i malati di (o con il) Covid. -313 milioni di Pil ogni giorno. Dai “soliti” 431 miliardi del quarto trimestre del 2019 ai 402 dell’ultimo quarto del 2020.

Insomma, mediamente nel 2020 abbiamo perso quasi 500 milioni al giorno. A tanto ammonta il reddito giornaliero bruciato. Fra lockdown morbidi, duri e striscianti. Ecco, vorremmo che si parlasse di questi dati. Le nostre imprese non vogliono elemosina. Ma semplicemente lavorare. Non è difficile da comprendere.

Fabio Dragoni, 29 marzo 2021

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