Un quarto di secolo. Tanto è il lasso di tempo trascorso dalla scomparsa dell’ex segretario del Psi Bettino Craxi. Era il 19 gennaio del 2000, e in terra tunisina, ad Hammamet, il leader socialista esalava i suoi ultimi respiri vitali, proprio lì, dove aveva speso da esule l’ultima parte della propria esistenza. Lontano dai propri affetti, e lontano quell’Italia che non era stata capace di accoglierlo neppure in punto di morte. Troppo ferma si rivelò in quella fase storica la condanna emessa dai sacerdoti della falsa rivoluzione: l’immagine di Craxi da proiettare all’esterno era quella del nemico pubblico numero uno, del perfetto simbolo della corruzione e del malaffare da abbattere per regalare al cittadino l’illusione di una nuova Repubblica depurata dal demone dell’immoralità.
Da allora, ne è trascorsa di acqua sotto i ponti. Il giudizio dell’opinione pubblica sul leader socialista è radicalmente mutato, seppur in colpevole ritardo, e buona parte di quell’Italia che aveva frettolosamente condannato Craxi, disconoscendone i meriti e sporcandone l’immagine, ha saputo poi fare i conti con l’ex segretario del Psi e rimettere finalmente la verità al centro del villaggio.
Tra chi ha riscoperto tardivamente i meriti politici di Bettino Craxi e riconosciuto finalmente il segretario socialista quale “capro espiatorio” e “bersaglio grosso” della cruenta stagione di Mani pulite, c’è incredibilmente anche lui, il principe indiscusso degli italici moralisti: Aldo Cazzullo. Ebbene sì. Dopo decenni trascorsi a pontificare, si improvvisa in una postuma e parziale pia opera di riabilitazione dell’ex segretario del Psi, giustificata, forse, più da ‘esigenze di carattere editoriale’, che da un sincero desiderio di fare chiarezza su eventi ed accadimenti strettamente connessi a quel golpe mediatico-giudiziario.
Leggi anche:
Ora, premesso che lo sforzo profuso in questa particolare occasione dal giornalista del Corriere è comunque da ritenersi apprezzabile e non scontato, resta il fatto, per nulla trascurabile, che l’opera di revisionismo in questione, a dispetto del titolo di certo accattivante e anch’esso non banale, sia ancora assai circoscritta e limitata a poche e semplice evidenze ormai quasi universalmente acclarate. Nulla di più. Ma, d’altronde, difficilmente ci si sarebbe potuti aspettare un impegno maggiore da parte di Cazzullo. A meno che non si tratti di vendere qualche migliaio di copie in più, s’intende. In quel caso, è anche ammessa la possibilità di compiere uno sforzo immane e partorire qualche groviglio di frasi fatte condite dal sensazionalismo di un titolo ad effetto. Persino se il protagonista è il ‘Cinghialone’, il bersaglio preferito dai moralisti in salsa tricolore.
Salvatore Di Bartolo, 16 gennaio 2025
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).