Cronaca

“Quella decisione è sbagliata”. La stangata di Cassese alla giudice Apostolico

Il costituzionalista critica Iolanda Apostilico: errato andare in piazza, ma anche i suoi provvedimenti sono “tecnicamente sbagliati”

Cassese Iolanda Apostolico

Oggi ormai non si parla d’altro che del video della giudice Iolanda Apostolico in pizza a Catania a favore dei migranti della Diciotti e contro l’allora ministro Salvini. Perché era lì? È corretto che un magistrato si esponga così pubblicamente? E chi ha realizzato quel video? È stato dossieraggio? Tuttavia, occorrerebbe forse tornare anche all’origine dell’intera polemica, ovvero quei provvedimenti della giudice che hanno accolto i ricorsi di quattro migranti, non convalidato il fermo nel centro di Pozzallo e di fatto picconato il decreto Cutro.

Da giorni c’è chi va ripetendo – l’ha fatto pure Susanna Turco nell’ultima puntata di Quarta Repubblica, che tutti i giuristi e i costituzionalisti sarebbero concordi con l’interpretazione data dalla Apostolico. Ovvero che il decreto del governo Meloni sarebbe illegittimo perché contro Costituzione e in rotta con le superiori norme europee. Dunque andrebbe disapplicato. Bene. In realtà non tutti i “più grandi costituzionalisti” sono concordi. A dirlo a uno stupito David Parenzo a L’Aria che Tira è stato Sabino Cassese, uno dei più ascoltati studiosi della Carta. Dice Cassese: “A decidere sarà la corte di Cassazione, ma quella decisione è veramente corretta? Uno dei massimi studiosi del diritto delle migrazioni dice che la decisione della magistrata è tecnicamente sbagliata perché c’è una direttiva comunitaria. Tanto più che la limitazione della libertà (dei migranti, ndr) è di massimo quattro settimane”. Insomma: anche nel merito si potrebbe discutere: “Se ne può discutere e se ne può criticare”.

Non solo. Cassese ne approfitta anche per dare una “lezione” al magistrato e la sua scelta di andare in piazza: “La Costituzione prevede che la legge può stabilire il divieto di iscrizione a partiti politici per i magistrati. La neutralità comporta che vi sia un distacco dagli interessi dei partiti politici. Quindi sarebbe bene che i magistrati fossero imparziali e neutrali e che quindi non partecipassero a delle riunioni pubbliche”. E ancora: “Un magistrato che partecipa in maniera così evidente ad una manifestazione di parte dovrebbe almeno l’obbligo di astenersi dal decidere su questioni che riguardano lo stesso tipo di conflitto. Io penso che il magistrato abbia fatto male. Noi vogliamo dei giudici non combatenti. Sono gli unici titolari di un portere che nessun’altro parte dello Stato ha: privare le persone della libertà. Vogliamo essere affidati a persone che manifestano la propria imparzialità astenendosi dal partecipare a manifestazioni, proteste o iscriversi a partiti. Altrimenti abbiamo l’impressione di non essere trattati in modo eguale”. Più chiaro di così…

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