Politica

Quello strano silenzio su Matteo Salvini

I retroscenisti muti. La Lega in rivolta contro il segretario? Balle. Ma lui non molli le infrastrutture per il Viminale: i progetti vanno portati a termine

Salvini viminale (1) © Mauro_Repossini tramite Canva.com

Parliamo di Matteo Salvini. La Lega nei giorni scorsi ha tenuto il Congresso e qui ci sono due considerazioni da fare. La prima è che Salvini vuole tornare al Viminale, il che, comprendo l’idea, è stato un ottimo ministro degli Interni, soprattutto sul fronte sbarchi. Però adesso è ministro delle infrastrutture, deve portare avanti progetti ciclopici, tipo il ponte di Messina che mai nessuno è riuscito a realizzare: andarsene da lì per piombare al Viminale sarebbe un po’ un tradimento della promessa fatta ad inizio mandato, ovvero quella di rimettere in piedi le infrastrutture italiane.

Ovviamente la sicurezza è un tema fondamentale, se ne parla tutti i giorni, anche in televisione, però francamente il ministro sembra più interessato al dividendo politico a breve termine che può garantire il tema “sicurezza” che al progetto infrastrutturale del Belpaese. Ma la linea su meno vincoli, lacci e lacciuoli quando si vuole costruire, che sia non il ponte di Messina o una strada in provincia del Bergamo, non va abbandonata a se stessa.

Poi c’è un’altra questione che riguarda Salvini. Come sapete nei giorni scorsi il segretario leghista è stato infatti confermato dalla Lega con un plebiscito. Resterà leader almeno fino al 2029. Questa vicenda è un po’ strana, perché sui giornali fino a poco tempo fa si leggeva che Salvini era in totale minoranza, si leggeva che Zaia gli avrebbe fatto le scarpe, oppure i governatori che non lo sopportavano. Toc toc, dove sono finiti tutti quegli analisti che ci avevano spiegato che Salvini rischiava di perdere il partito? Alla fine è stato un plebiscito nei suoi confronti.