Ricciardi vuole il green pass eterno: “Diventi la nuova normalità”

Il consigliere di Speranza vuole il lasciapassare per tutto il 2022: “Il virus non scomparirà”

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Non fai in tempo a rallegrarti per la remissione del virus o a esultare per le (finte) riaperture del governo, che subito arriva Walter Ricciardi a spegnere ogni entusiasmo: “il virus non scomparirà”, le mascherine resteranno e il super green pass dovremo tenercelo a lungo. Di sicuro per tutto il 2022, poi si vedrà. Magari anche in eterno: deve diventare, insomma, “la nuova normalità”.

L’eterna emergenza di Ricciardi

Il consigliere di Roberto Speranza, quel ministro che ieri a Lucia Annunziata ha rilasciato un’intervista con enormi falle, non ci pensa nemmeno a mostrarsi ottimista. La curva dei contagi cala? Poco importa. “Non dobbiamo pensare che sia tutto finito (…) – afferma – il virus continua a circolare e ci vuole attenzione”. Cosa rischiamo? Nell’ottica dell’emergenza continua, “un ritorno di fiamma dell’epidemia“. Magari in autunno. E ovviamente per colpa dei no vax: “Ci sono ancora 5 milioni di non vaccinati che tengono alto il numero dei morti. Per loro il virus resta molto temibile”. Ecco perché sarebbe giusta, secondo il Ricciardi pensiero, l’introduzione da domani – e in piena regressione dell’epidemia – dell’obbligo di super green pass al lavoro per tutti i 50enni.

Vaccini e green pass: la “nuova normalità”

A ben vedere il piano di Ricciardi per il prossimo futuro mette i brividi. Il green pass, dice, “insieme alla vaccinazione deve diventare uno dei due perni della nuova normalità”. Nuova normalità all’insegna delle restrizioni alla libertà, s’intende. E questo benché la Gran Bretagna abbia superato il picco dell’epidemia senza introdurre il lasciapassare se non per limitatissimi casi e stia addirittura pensando di liberare i positivi dalla quarantena; nonostante la Baviera abbia abolito l’obbligo vaccinale per il personale sanitario; benché in buona parte della Germania siano decadute le regole del 2G, simile al nostro green pass rafforzato, per l’ingresso nei negozi; nonostante Svezia, Danimarca, Regno Unito e Spagna abbiano sostanzialmente revocato tutte le restrizioni; e benché pure New York abbia detto addio alla mascherina al chiuso.

L’Italia chiude, il mondo riapre

Noi no. Nonostante il mondo vada tutto in un senso, noi corriamo in contromano. In Italia i Dpi siamo liberi di non indossarli solo all’aperto, e gli intellettualoni già ne sentono la mancanza. Dalla banca alle poste, non si entra negli uffici senza un lasciapassare. Nel Belpaese vige anche l’obbligo vaccinale, quasi un unicum nel mondo occidentale. E vorremmo ricordare che gli stadi sono ancora aperti solo al 50%. “Se li togliamo (vaccini e green pass, ndr) siamo a rischio – assicura Ricciardi – Sarebbe la terza volta che facciamo lo stesso errore, il terzo anno in cui pensiamo che tutto sia finito e poi ci troviamo con la curva che risale”. Toccatina apotropaica.

Come visto, per Ricciardi i due “perni” della lotta al covid sono obbligo vaccinale e lasciapassare. Nel primo caso Ricciardi suggerisce di prolungarne la scadenza, ora fissata al 15 giugno, fino alla fine del 2022 condannando di fatto alla fame chi legittimamente non intende sottoporsi a Pfizer. Lo stesso dicasi per il green pass, in teoria valido solo fino al 31 marzo. Mentre lo stato di emergenza si potrebbe pure non rinnovare, salvo mantenere in piedi “tutte le strategie che ci fanno controllare il virus”. Quindi in sostanza non cambierebbe nulla. “Siamo ancora in un anno di passaggio – dice Ricciardi a Repubblica – Va visto cosa succederà ad ottobre per capire se il virus si ripresenterà e con quale veemenza, così è fondamentale avere già attivi gli strumenti che ci permettono di combatterlo nel modo più efficace”.

E quindi, scusate: dovremmo abituarci a mostrare un pass ogni qual volta prendiamo un caffè? È a questo che vogliamo arrivare? Al controllo del lasciapassare in eterno? Dopo aver sparlato di “zero morti” ora puntiamo all’obiettivo degli “zero contagi”? È così? Beh, qui in realtà di “normale” non c’è nulla. Ci sia permesso dissentire.

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