Esteri

Ride bene chi ride ultimo: Sarkozy condannato al carcere

La Corte di Appello conferma: un anno di carcere per l’ex presidente francese. Forse dovrà indossare il braccialetto elettronico

Nicolas Sarkozy

La giustizia francese torna a colpire l’ex presidente Nicolas Sarkozy, al centro di quello che è noto come il “Caso Bygmalion” sulle pratiche di finanziamento illecito della fallimentare campagna elettorale per l’Eliseo nel 2012. L’ex presidente e alcuni componenti del suo staff erano accusati di aver adottato un sistema di doppia fatturazione volto a nascondere costi elettorali che superavano ampiamente il massimale legale stabilito dalla legge. Già condannato in primo grado, oggi Sarkozy ha ricevuto la seconda mazzata dalla Corte di Appello che, con una sentenza di 244 pagine, ha confermato il verdetto del precedente tribunale.

La pena di Sarkozy

L’ex presidente dovrà scontare la pena ad un anno di reclusione, metà dei quali con la condizionale. Inoltre, Sarkozy avrà la possibilità di scontare la parte restante della pena attraverso misure alternative, che saranno definite da un giudice entro un massimo di 30 giorni. Con ogni probabilità ai domiciliari e con il braccialetto elettronico. Non è l’unico caso giudiziario per Sarkò: già condannato in appello per le intercettazioni telefoniche, nel 2025 lo aspetta un altro processo per la campagna elettorale del 20117 (da cui uscì vittorioso) e i cui sospetti portano fino alla Libia di Gheddafi.

La sentenza

Secondo i giudici, nonostante fosse stato messo al corrente del superamento del tetto di spesa, Sarkozy avrebbe proseguito nell’organizzare eventi elettorali, ignorando dunque gli avvertimenti, fino ad arrivare a spendere qualcosa come 43 milioni di euro (quasi il doppio dei 22,5 milioni di soglia massima). L’ex presidente ha respinto ogni addebito, affermando di essere stato trascinato in un turbinio di “favole e bugie”. “La sentenza della Corte d’appello è molto discutibile”, ha detto Vincent Desry. “Nicolas Sarkozy è del tutto innocente dei fatti di cui è accusato”. I suoi legali hanno fatto sapere che ricorreranno in Cassazione.

Il meccanismo di doppia fatturazione che sta al cuore dello scandalo coinvolgeva l’UMP, il partito presidenziale dell’epoca, e la società di comunicazione Bygmalion, la quale era stata incaricata di emettere fatture fittizie per occultare l’eccesso di spese come se fossero state sostenute a favore del partito e non direttamente per Sarkozy.

Altre condanne

La sentenza ha colpito anche altre figure: Jérôme Lavrilleux, ex vicedirettore della campagna, e a Guillaume Lambert, ex direttore, sono stati condannati a due anni di reclusione, di cui 18 mesi con la condizionale. Anche i dirigenti di Bygmalion, Franck Attal e Guy Alves, hanno ricevuto condanne simili.