IntervisteSpeciale elezioni politiche 2022

Speciale "Verso il voto"

“Rivedere le sanzioni a Putin. Senza gas non ce la faremo”

L’intervista a Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato

“Alcuni sondaggi danno la Lega sotto il M5s? I voti si contano nelle urne”. Il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, è sicuro che l’elettorato leghista saprà riconoscere al Carroccio “gli importanti risultati raggiunti al governo”. E il ruolo di “argine” che la Lega ha avuto “quando la sinistra ha cercato di introdurre Ius scholae, ddl Zan e patrimoniale”. Sui rapporti con gli alleati di centrodestra in politica estera? “Atlantismo e europeismo non sono in discussione. L’unica questione che abbiamo messo in evidenza sono le sanzioni che a nostro avviso dovrebbero essere riviste.”

Senatore, l’Unione europea si è convinta a stabilire un tetto al prezzo del gas. È una mossa che può risolvere l’emergenza che stiamo affrontando?  

È una soluzione ma che sappiamo non essere facile, anche perché la Russia ha già fatto sapere che, col tetto al prezzo, bloccherà l’invio del gas. Bisogna muoversi con cautela e pensare anche ad altre strade.

Tipo quali?

Fare in modo che l’Unione europea crei uno scudo per tutti i Paesi come è successo col Covid. È inutile che ci nascondiamo: siamo in un’economia di guerra. E i danni prodotti da una guerra si pagano aumentando le tasse o facendo debito.

Non mi sembra il momento per aumentare le tasse.

Appunto. Per questo dovremmo ricorrere al debito. Se non mettiamo in sicurezza il nostro sistema produttivo, saltano le nostre aziende e con loro tutto il sistema, anche gli ottusi burocrati di Bruxelles. Rischiamo così di fare il gioco di Putin.

I 10 miliardi che Draghi stanzierà la prossima settimana contro il caro bollette non bastano?

Non basteranno, questo è sicuro. Bisogna estrarre più gas in casa nostra, ci sono 750 giacimenti fermi o inattivi, gli esperti dicono che almeno 50 possono rimettersi in moto in pochissimo tempo garantendo circa 3 miliardi di metri cubi di gas. Si utilizzi al massimo la produzione delle centrali a carbone come sta facendo la Germania.

Perché ci troviamo in questa situazione? Di chi è la colpa?

Stiamo pagando anni e anni di ideologia di sinistra che ci ha raccontato che sarebbero bastate le rinnovabili e adesso ne paghiamo le conseguenze. Più che ideologia serve pragmatismo.

Alla manifestazione contro il rigassificatore di Piombino c’erano però anche le bandiere della Lega.

Quando ci sono interventi urgenti che servono per tutto il Paese lo Stato deve intervenire per rassicurare la popolazione. Sono mesi che chiediamo a Ispra uno studio per verificare la questione legata alla fauna ittica, che la città di Piombino ha messo in evidenza. E poi c’è da mettere in campo delle compensazioni forti a livello ambientale. È così che si convincono i territori.

Il ministro Cingolani sta definendo il piano razionamenti. Basterà per affrontare l’inverno?

È giusto farlo con un’informazione puntuale e precisa per spiegare ai cittadini come ridurre i consumi. Ma non è sufficiente, senza gas non ce la faremo.

Cingolani sarà ministro pure con un governo di centrodestra?

Ho un giudizio molto positivo sul ministro Cingolani, è una persona che stimo, con le idee chiare, con il quale ho lavorato bene. Intanto pensiamo a vincere le elezioni, poi ci sarà modo di definire la squadra di governo.

Una volta al governo, non c’è il rischio che possiate scontrarvi coi vostri alleati sulla politica estera? Sulle sanzioni non siete molto in linea con Fratelli d’Italia.

Non vedo assolutamente questo rischio. Abbiamo scritto il programma insieme agli alleati, atlantismo e europeismo non sono in discussione. L’unica questione che abbiamo messo in evidenza sono le sanzioni che a nostro avviso dovrebbero essere riviste, anziché far collassare la Russia si sono rivelate un boomerang. Ci vuole poi un’iniziativa politica forte da parte di tutti i governi della Comunità internazionale affinché questa guerra assurda finisca e si arrivi a una tregua.

E sull’invio delle armi all’Ucraina?

La Lega ha sempre predicato prudenza e il non alzare troppo i toni. Putin ha torto marcio però dall’altra parte bisogna cercare in tutti i modi la via diplomatica per trovare una soluzione e porre fine alla guerra. La mediazione nella coalizione è la via maestra per poter governare, penso sia un atto di buon senso lavorare in questa direzione.

Per l’istituto Izi il M5s ha sorpassato la Lega nei sondaggi. Siete preoccupati?

Possono dire e scrivere quello che vogliono, poi alla fine i voti si contano nelle urne. Tutte le volte che ci sono le elezioni la Lega viene sottostimata. È un buon segnale, quelli che sono preoccupati per una nostra rimonta cercano sempre di costruire una narrazione opposta alla realtà.

È indubbio però che ci sia stato un calo rispetto a qualche anno fa. Quando si governa c’è sempre un prezzo da pagare a livello elettorale?

Quando si è al governo in posizione determinante, come nel Conte I coi 5 Stelle, i risultati ci hanno dato ragione anche in termini elettorali. Purtroppo nel governo Draghi la golden share ce l’hanno avuta Pd e 5Stelle ed è chiaro che abbiamo pagato un prezzo. Però sempre mettendo davanti gli interessi degli italiani rispetto a quelli del partito.

Letta e Conte stanno spingendo molto la loro campagna elettorale in Veneto, nel vostro feudo.

I candidati della Lega sono sul territorio a spiegare il lavoro fatto, le difficoltà incontrate e gli importanti risultati raggiunti: il blocco dell’immigrazione clandestina, la flat tax per le partite Iva, la cedolare secca sugli affitti, quota 100, la legge sulla legittima difesa, la rottamazione ter con saldo e stralcio delle cartelle, l’abolizione dell’Irap per le ditte individuali, imprese familiari e lavoratori autonomi. E poi non dimentichiamoci che siamo stati un argine a Ius scholae, ddl Zan e patrimoniale.

Se il centrodestra non dovesse uscire dalle urne con un’ampia maggioranza, lavorereste a un ritorno di Draghi a Palazzo Chigi?

Noi come prospettiva abbiamo solo ed esclusivamente il governo di centrodestra, puntiamo ad avere una maggioranza chiara sia alla Camera che al Senato. Se non vincerà il centrodestra vorrà dire che governerà qualcun altro, l’importante è che il prossimo governo sia quello scelto dagli italiani.

Marco Baronti, 3 settembre 2022

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