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Sardine, dietro gli slogan il nulla - Seconda parte

Questi sardinisti, come puntualmente dimostrato dalla stampa avversa, sono già dentro al gioco, militanti fatti e finiti, attivisti provenienti dal Pd o comunque da formazioni di sinistra. E pretendono di propalare la favola dello spontaneismo solidale e pietoso, perfino infantile, contro “questo modo di fare politica che alimenta la cattiveria delle persone”. Lessico stanco, risaputo: le “persone” nel costume populista di sinistra non mancano mai, persone umane, persone oltre le cose, laddove la cattiveria è categoria dello spirito da attribuire agli altri, i nemici, a fronte della bontà autoriferita dei sensibili ragazzi che “partono dal basso”. “Ca quando mai”, direbbe Montalbano. Talmente buoni, anzi buonini, come il Lupo de’ Lupis, che tra loro non manca chi sogna un giustiziere in grado di far fuori il Capitone leghista.

Non c’è solo intolleranza, dietro c’è il solito organicismo, c’è lo zdanovismo classico, c’è il leninismo di conserva. Queste sardine sanno di rancido mediatico. Idee non ne hanno, tranne riempire le piazze: “E adesso, cosa ve ne fate?”, domanderebbe forse il vecchio Palmiro Togliatti, detto “Il Migliore”.

Max Del Papa, 20 novembre 2019

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