Appunti sudamericani

Sconfitto Morales: la rielezione perpetua non è “diritto umano”

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Evo Morales Bolivia © SandraMatic tramite Canva.com

In Bolivia la Corte Costituzionale ha annullato “il diritto umano” alla rielezione perpetua di Evo Morales. L’ex presidente si era candidato per la quarta volta consecutiva nel 2019, nonostante la Costituzione prevedesse la rielezione per un solo mandato consecutivo. Inoltre, il leader socialista nonché da 5 lustri presidente del poderoso sindacato dei produttori di coca aveva ignorato il referendum del 21 febbraio 2016, quando la maggioranza votò no alla sua ricandidatura però, nel novembre 2017, fu autorizzato dalla stessa Corte Costituzionale perché riteneva che non candidarsi violasse “i suoi diritti umani inalienabili”.

Il governatore di Santa Cruz, prigioniero politico da oltre un anno durante il quale ha perso 40Kg, Luis Fernando Camacho (un terrorista per il regime boliviano, un fascista nel 2019 per Repubblica, Domani, etc) ha dichiarato: “Con questa sentenza noi boliviani garantiamo che non comparirà mai più nessun apprendista tiranno che calpesti il voto”. Analoga dichiarazione da parte dell’ex presidente ad interim, anche lei oggi prigioniera politica, Jeanine ÁñezCome per gli altri 200 prigionieri politici della Bolivia, il MAS, il Movimento al Socialismo fondato da Evo Morales ha cercato di impedire di ricoprire l’incarico di governatore di Santa Cruz al “fascista” (per i giornali italiani) Camacho.

Da un anno, la custodia cautelare di Camacho è stata prolungata cinque volte, mentre il MAS ha avviato sei diverse azioni penali contro di lui per altri 15 crimini fasulli, tra cui “violazione dei doveri” e “profanazione dei simboli nazionali”. Il calvario per i prigionieri politici sotto il regime del MAS è routine. Il presidente dell’Assemblea legislativa di Santa Cruz, Zvonko Matkovic, ha trascorso 10 anni in prigione senza condanna tra il 2010 e il 2020; un ex funzionario pubblico dell’opposizione, José María Bakovic, ha trascorso otto anni affrontando 76 casi penali fino alla morte in custodia.

Prigionieri politici anche i critici interni del MAS: Marco Aramayo, ex direttore del Fondo Indigeno, è stato sottoposto a più di 250 procedimenti penali per aver denunciato la corruzione del suo partito ed è morto nell’aprile 2022 dopo aver trascorso sette anni in prigione senza mai essere condannato. Ma quanto fascista è l’antifascismo dei giornali italiani?

Paolo Manzo, 2 gennaio 2023


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