Esteri

La guerra in Ucraina

“Scritto da incompetenti”. La Russia sotterra il piano-Di Maio

Dopo i primi entusiasmi per il piano di pace redatto dall’Italia, si sfilano sia Kiev che Mosca. Medvedev: “Basato su fake news”

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Povero Di Maio. Non deve essere molto facile per un re della diplomazia, uno di quelli che non si esime mica dal definire “animale” il leader di uno Stato con cui dovrebbe trattare, leggere le dichiarazioni di Kiev e Mosca sul “suo” super piano per la pace in Ucraina. Due giorni fa Zelensky l’aveva di fatto snobbato, oggi ci pensa la Russia a mettere la pietra tombale su quello che viene definito un “puro flusso di coscienza”.

Breve riassunto. Qualche giorno fa il nostro ministro degli Esteri è volato a New York per incontrare all’Onu Antonio Guterres. In quell’occasione ha presentato il piano di pace italiano, poi prontamente passato stile velina ai giornali italiani. La road map di Luigino verso la fine delle ostilità prevede: 1. cessate il fuoco, 2. neutralità dell’Ucraina senza ingresso nella Nato, 3. risoluzione delle questioni territoriali in Donbass e Crimea, 4. un nuovo patto per la sicurezza europea e internazionale.

Tutti entusiasti, a parole. Tranne i diretti interessati. Nei giorni scorsi il consigliere del presidente, nonché capo negoziatore, Mikhailo Podolyakha detto chiaramente che “fino a che la Russia non è disposta a liberare completamente i territori occupati, i nostri negoziatori sono le armi, le sanzioni e i soldi”. Arrivederci e grazie. Il portavoce del ministro degli Esteri, Oleg Nikoleno, ha poi aggiunto che “ogni decisione politica deve partire dal rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina nei suoi confini così come sono riconosciuti dalla comunità internazionale”. Tradotto: per ora non ci sono spazi di trattativa, tanto che Zelensky sta chiedendo agli Usa (pare abbiano deciso di sì) di inviare dei nuovi missili a lunga gittata per liberare l’assedio delle navi russe ad Odessa.

Ieri era emersa la notizia che la Russia stesse valutando il piano di pace italiano. Devono averlo letto nella notte, perché oggi l’ex presidente Dmitry Medvedev, oggi vicepresidente del Consiglio di Sicurezza di Mosca, non proprio l’ultimo di passaggio, ha chiaramente accartocciato il piano Di Maio e l’ha buttato nel cestino. Almeno per il momento. Il documento, ha detto, “è un puro flusso di coscienza slegato dalla realtà”, in cui “c’è la sensazione che sia stato preparato non da diplomatici ma da politologi locali, che hanno letto dei giornali provinciali e operano soltanto sulla base delle notizie false ucraine”.

L’ex presidente russo ha risposto punto su punto al piano di Di Maio.

  1. Status neutrale dell’Ucraina ma ok all’ingresso nell’Ue? “È una bugia”, perché “non importa quanto Kiev si diverta con i sogni di immergersi nell’idillio europeo, ma non ha nessuna possibilità di entrare senza l’adesione alla Nato”.
  2. L’autonomia del Donbass, che però resta Ucraina? “Assurdità ovvie e proiezioni a buon mercato. Le decisioni sul destino della Repubblica del Donbass sono state finalmente prese e non torneranno indietro. Questo è inaccettabile per tutti coloro che ricordano il destino degli accordi di Minsk e l’uccisione di civili nella LPR e nella DPR”.
  3. Piena autonomia della Crimea all’interno dell’Ucraina? “Questa è una minaccia alla integrità territoriale della Russia e un pretesto per iniziare una guerra a tutti gli effetti. Non c’è e non ci sarà mai una forza politica in Russia che accetterebbe anche di discutere il destino della Crimea. Sarebbe solo un tradimento nazionale”.

In sintesi: bello il piano italiano, ma “se le proposte di pace sono create rigorosamente nell’interesse della Nato e dell’ordine mondiale occidentale, allora tali appelli dovrebbero semplicemente essere ignorati”. Fine dei giochi.

Bisogna anche dire che inizia a farsi fosca per l’Ucraina l’ipotesi di riconquistare il Donbass. Figuriamoci la Crimea. Ieri Zelensky ha ammesso che Kiev sta perdendo tra i 50 e i 100 militari al giorno in quell’area di combattimenti. E che provare a riconquistare la Crimea, sottratta dalla Russia nel 2014, porterebbe a centinaia di migliaia di vittime. Analisti militari, compresi quelli del New York Times, ormai concordano nel ritenere lenta ma inesorabile l’avanzata dei russi in Donbass. Resta da capire se Odessa diventerà la prossima Mariupol.

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