Salute

Maturità mascherata

Scuola, il governo deraglia: esami in mascherina (ma non gli orali)

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Diciamolo, perché è così: le mascherine ormai sono diventate la bandierina dei chiusuristi nel pieno delle “riaperture” Covid. Una “battaglia” di principio al limite del ridicolo.

Dal 15 giugno la mascherina non servirà (quasi) più da nessuna parte. Niente più Dpi né al cinema, né al teatro (gli ultimi luoghi “di svago” rimasti con l’obbligo per tutti gli italiani). Saranno solo “fortemente raccomandate” anche al referendum sulla giustizia, mentre al lavoro resterà la differenziazione classica: nel pubblico solo raccomandate, nel privato obbligatorie. Sui mezzi pubblici invece aleggia ancora un alone di mistero, visto che il ministro Speranza anche oggi ha ribadito che ci sta pensando e che vorrebbe prolungare l’obbligo.

Sfiorano la follia, infine, le regole in ambito scolastico. Secondo il Tar, che ha respinto il ricorso presentato dal Codacons, l’obbligo di protezione perdura fino al 31 agosto 2022, quindi il giorno prima del nuovo anno scolastico, quando in teoria gli alunni non dovrebbero tornare in classe mascherati. Tradotto: durante gli esami estivi tutti dovranno coprirsi naso e bocca. Però, non sempre. E qui entriamo nel paradosso tipicamente italiano. Cristina Costarelli, che è presidente dei presidi del Lazio, ha fatto sapere che l’obbligo c’è, tuttavia vale solo per gli scritti. Per gli orali “diventa un falso problema”, visto che “il candidato sarà a due metri di distanza dalla commissione”. In assenza di un nuovo “protocollo anti-covid per gli esami” (ci manca solo quello), gli studenti potranno fare l’interrogazione orale senza maschera.

Interrogato sull’argomento, il ministro Bianchi ha fatto come Ponzio Pilato: se ne è lavato le mani. “Il presidente della Commissione decide – ha detto – se all’orale si può abbassare la mascherina. Se si è abbastanza lontano e se c’è un’aula molto grande, va benissimo; altrimenti potrebbe essere un problema: è il presidente che decide e va rispettato. Domandate al vostro presidente: dirà sì o no e giustificherà la scelta”. La posizione ha fatto infuriare, e non poco, il presidente di Anp nazionale, Antonello Giannelli, secondo cui “un chiarimento dovrebbe arrivare dal ministero della Salute e poi il ministero dell’Istruzione darà indicazioni alle scuole, sulla base delle decisioni del ministero della Salute. O c’è una norma primaria o la mascherina non si può imporre. Noi aspettiamo indicazioni”.

E qui sorge almeno una domanda: che senso ha l’imposizione dell’obbligo del Dpi quando gli studenti sono in silenzio, concentrati sulla versione di latino, mentre quando parlottano con i professori possono starsene senza? Senza contare che, subito dopo aver concluso lo scritto di matematica, probabilmente la gran parte di loro si andrà a bere qualcosa al bar (senza mascherina), altri si faranno una partitella di pallone (senza mascherina) o magari andranno al cinema (senza mascherina). Repetita iuvant: che senso ha?

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