Cronaca

Parla Bernardini De Pace

Segre-Seymandi, corna e vendette: chi vince se finisce in tribunale

Il party dei tradimenti a Torino: lei la butta sul “sessismo” e pensa a fare causa. Bernardini De Pace: “Perché non le conviene”

Sono sconcertata dal fatto che le donne siano indignate dal comportamento di un compagno che stava per sposare la compagna e che ha dichiarato davanti agli amici che lei l’aveva tradita.

Tutte le donne si sono scatenate, giornaliste e firme più o meno importanti, più o meno femministe. Immediatamente hanno detto che lui è un violento, che lui è un maleducato, che è stata una cosa vergognosa fare questo.

La cosa vergognosa è tradire un uomo che ti vuole sposare e sposarlo anche se si è tradito, cioè anche se si è dimostrato che non è la persona che vorresti. Allora perché?

Quest’uomo è stato geniale perché ha fatto una sceneggiatura coraggiosa, intelligente, capace, col dolore dell’uomo innamorato e ferito. Ha fatto una sceneggiatura migliore dei migliori film di Pietro Germi e ha detto a lei queste cose davanti agli amici perché terrorizzato dal fatto che i racconti di lei non sarebbero stati veritieri.

Di fronte a tutto questo si può parlare di un uomo violento o violenta è una donna che tradisce l’uomo? Sempre che sia tutto vero, ovviamente. Non credo, ma magari siamo stati tutti coinvolti in un gioco dall’uno e dall’altro. Non lo sappiamo. Però se tutto fosse vero è giusto che una donna tradisca, si senta lesa nella reputazione, se la reputazione se l’è lesa da sola nel momento in cui ha tradito?

È vero che non è un matrimonio, è vero che non c’è obbligo di fedeltà, ma non conta più: nel matrimonio o fuori dal matrimonio, quando c’è un rapporto si pretende il rispetto della fiducia dell’altro. Altrimenti che rapporto è? Non ha senso. Se c’è l’amore, questa è la base. La fiducia e la verità sono la base.

Ecco: la verità. Se lui ha detto la verità, chi è che si può lamentare? La verità è un valore enorme, importantissimo, spesso drammatica. Ma una volta che la verità si è detta, come diceva Che Guevara, “la verità è rivoluzionaria”. Cambia tutto.

In tutta questa situazione però, le donne tutte dalla parte della donna, come sempre. Perché le donne ormai difendono le donne solo perché sono donne, non perché sono giuste o ingiuste. E non è assolutamente corretto nel 2023. Noi dovremmo giudicare le persone indipendentemente dal sesso. Oggi poi che abbiamo vari gender di ogni tipo, com’è che facciamo a stabilire che la donna è l’unica ad avere sempre ragione? Non è giusto.

Nella fattispecie, io trovo invece che lui è stato capace di elaborare il dolore, di ideare una sceneggiatura fatta bene. Lei impietrita com’era nell’ascoltarlo, spero che abbia capito che non è il caso di fare cause, anche se le può fare. Potrebbe avanzare una causa per bullismo, una causa per diffamazione, ma secondo me la sua reputazione era già messa prima in discussione e quindi anche una causa civile per lesione della reputazione non sarebbe il caso di farla.

Io, se fossi lei, preferirei stendere non un velo sopra questa storia, ma un materasso abbondantissimo: non pensarci più, non dire più niente. Non avrei neanche il coraggio di continuare a lavorare con lui come penso che stia succedendo. Lascerei tutto nel silenzio, nel silenzio di questa potente e coraggiosa sceneggiatura che poi è stata diffusa, ma certamente non per colpa sua. Probabilmente uno di questi amici ha pensato bene di farlo girare e farlo diventare virale, quindi neanche per questo potrebbe essere accusato.

Ma soprattutto, donne, cerchiamo di essere serie, consideriamoci persone e smettiamola di considerarci donne perseguitate.

Annamaria Bernardini De Pace, 12 agosto 2023