Politica

“Siamo tranquilli”. Toti si difende dai domiciliari: le prime parole

Il presidente della Liguria raggiunto dalla misura cautelare mentre si trovava a Sanremo. Perquisizioni in Regione e a casa del governatore

Giovanni Toti agli arresti domiciliari

Due parole, ma indicative: Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria raggiunto stamattina da un ordine restrittivo ai domiciliari, è “tranquillissimo”. Anzi: “Siamo tranquillissimi”. L’esponente del centrodestra era a Sanremo in hotel quando la Guardia di Finanza ha bussato alla sua porta per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare: si trovava lì per partecipare ad un sopralluogo dell’ospedale Saint Charles di Bordighera e a una conferenza stampa in occasione dell’incontro tra Flavio Briatore e il sindaco di Ventimiglia, Flavio Di Muro. Tutto saltato. Il presidente è stato riaccompagnato a Genova, nella sua residenza in centro, dove ad attenderlo c’erano alcuni cronisti.

L’avvocato: “Il presidente è sereno”

Ed è proprio ai microfoni dei giornalisti che lo assediavano per domandargli un commento sulla bufera giudiziaria che lo riguarda che Toti si è mostrato sicuro di sé. “Il presidente al momento è sereno e convinto di poter spiegare tutto – fa sapere poi l’avvocato Stefano Savi – Sono fatti di cui possiamo dare una spiegazione perché rientrano nell’ambito di legittima attività di amministrazione”. E ancora: “Il processo è ancora tutto da fare: vediamo gli atti, li leggiamo e cerchiamo di capire come costruire gli elementi difensivi nel miglior modo possibile”.

Che qualcosa non torni in questa inchiesta in effetti c’è. “Ho letto che Toti è accusato di aver ricevuto dei finanziamenti illeciti per la campagna elettorale che ha dichiarato – ha fatto notare il ministro della Difesa, Giudo Crosetto – la cosa mi ha colpito molto. Io sono un garantista e faccio per Toti lo stesso discorso che farei per altri, ma quando viene contestato qualcuno di aver preso dei finanziamenti regolarmente denunciati faccio fatica a capire, sicuramente ci saranno ragioni che a me sfuggono”.

Le accuse della procura a Toti

Le accuse avanzate dalla procura dopo quasi quattro anni di indagine sono pesanti, certo, e riguardano presunti favori che il governatore avrebbe fatto ad alcuni imprenditori in cambio di finanziamenti elettorali. Ma pur sempre di ipotesi si trattano, ipotesi che andranno verificate nel corso di un eventuale processo.

Partiamo dal principio. L’inchiesta nasce nel 2020 quando la Fondazione Change riconducibile a Toti finisce nel mirino di Bankitalia a causa della segnalazione di una presunta operazione sospetta. Le indagini, che inizialmente si concentrano sull’ipotesi di corruzione elettorale, vanno avanti con attività di intercettazioni, pedinamenti e osservazione che permettono di allargare il fascicolo a diverse vicende. A parte i presunti finanziamenti illeciti verso il governatore, i pm ritengono di aver scovato anche presunte erogazioni di varie utilità in favore dell’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, e altri episodi macchiati dalla corruzione.

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A Giovanni Toti vengono contestati sette diversi atti. Il primo riguarda la spiaggia di Punta dell’Olmo che sarebbe passata da “libera” a “privata” per favorire due imprenditori, Aldo Spinelli e Roberto Spinelli, interessati in loco a costruire una cittadella extralusso. Il presidente della Regione, secondo la procura, avrebbe anche agevolato l’iter della pratica edilizia per il complesso immobiliare. Non solo. Sempre a favore della Spinelli Srl, l’accusa è quella di aver “velocizzato ed approvato la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova”; di aver assegnato loro “gli spazi portuali ex Carbonile Itar e Carbonile Levante” e un’area demaniale in uso ad Aspi. Il tutto in cambio di vari finanziamenti per un totale di circa 74mila euro.

Diverso invece il capitolo Esselunga. A Toti e al capo di gabinetto Matteo Cozzani viene contestato anche di aver accettato la promessa di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione della catena di supermercati, di piazzare alcuni cartelli pubblicitari sulla Terrazza Colombo in occasione della campagna elettorale per le comunali del 2022. Il tutto a fronte dell’impegno “di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative all’apertura di due punti vendita a Sestri Levante e Savona”. L’azienda, però, rigetta ogni accusa e si dice sicura che il proprio management abbia “a sempre agito correttamente”.

Le reazioni politiche

La politica, intanto, come sempre, si divide. Dal M5S partono già gli attacchi a Toti, chiedendone le dimissioni. Attestati di fiducia arrivano invece dal centrodestra, compreso il vicepremier Matteo Salvini: “Non mi basta l’iniziativa di un giudice per sentenziare che qualcuno a Bari o a Genova è una persona per male. Quindi, conto che si faccia chiarezza il prima possibile. Si è innocenti fino a prova contraria. E questo vale per tutti, per i politici, i giornalisti, gli infermieri”. Attilio Fontana, governatore della Lombardia, si dice “assolutamente sconcertato e stupito”: “Resto sempre garantista, in questo caso poi -conoscendo Giovanni- la ritengo una persona assolutamente seria, per bene, onesta per cui lo sconcerto è ancora maggiore. Sono assolutamente convinto che durante le indagini saprà chiarire le contestazioni che gli vengono mosse”. Anche Beppe Sala, che conosce bene il governatore ligure e con cui ha “un rapporto personale”, preferisce non commentare.

Intanto la Guardia di Finanza sta svolgendo alcune perquisizioni nelle sedi della Regione Liguria e nell’appartamento di Toti in piazza Piccapietra. Con il presidente è presente anche il suo avvocato: al momento non sono previste dimissioni, ma in forza della legge Severino il governatore verrà sospeso dalle sue funzioni.

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