Speranza ascolta gli esperti sbagliati

La corsa di Speranza e dei televirologi a terza dose e vaccinazione ai bambini, ma nella grancassa propagandistica c’è qualcosa che non torna

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Intervenendo alla presentazione di un libro del professor Luca Richeldi, pneumologo ex componente dell’onnipotente Comitato tecnico scientifico (di seguito se ne capisce il motivo), il ministro della Salute Roberto Speranza, interpellato dai giornalisti sul tema caldissimo dei vaccini, ha dichiarato: “Sono ore delicate. Si discute di terza dose” di vaccino anti Covid “che non è di destra o di sinistra. La comunità scientifica ci dice che dopo 6 mesi c’è un calo di protezione e noi ci mettiamo sulla terza dose. Anche con i vaccini agli under 12 guida la scienza”.

Già, la scienza, ma quale? Quella da due anni ci dice tutto e il contrario di tutto e che come unica strada per contenere una malattia con una relativa bassa letalità ha chiesto al governo di paralizzare il Paese per un tempo infinito? Quella stessa scienza che per bocca del portavoce dello stesso Cts, Franco Locatelli, lo scorso anno di questi tempi (lo ha ricordato uno straordinario Daniele Capezzone a Quarta Repubblica) cercava di tranquillizzare un Paese ancora senza vaccini quando c’erano circa 700 terapie intensive occupate dai malati di Covid-19, mentre oggi con appena 400 posti letto impegnati tende a drammatizzare una situazione assolutamente sotto controllo? Infine, stiamo parlando della scienza del virologo star Roberto Burioni, che ha subìto una inverosimile metamorfosi, passando dal famoso “rischio zero” al rischio d’estinzione della specie se tutti non si vaccinano, cani e gatti compresi?

Il problema, ed è veramente colossale per la nostra declinante democrazia, che ancora una volta ci si fa scudo di un concetto della scienza che con la scienza medesima non ha nulla a che vedere. Un concetto dogmatico di natura religiosa il quale, come è spesso accaduto nei periodi più oscuri attraversati dalle società umane, viene continuamente modificato per pure ragioni di convenienza politica, utilizzandolo come una clava per tacitare ogni dissenso. Quindi gli “scienziati” allineati, fornendo un comodo alibi a Speranza & company, ne ottengono poi un evidente ritorno sotto molti aspetti, che sarebbe inutile elencare. Idem con patate per la gran parte dell’informazione nostrana, oramai ridotta al ruolo di grancassa propagandistica di un regime sanitario da incubo.

In realtà, come scrisse Albert Einstein in una celebre lettera a Max Born, “Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho torto.” In seguito, il grande filosofo Karl Popper, utilizzò questo principio per separare le teorie controllabili, quindi scientifiche, da quelle non controllabili, identificandole con la metafisica.

Ciò significa, venendo al tema del vaccino, che un governo serio, ragionevole e rispettoso dei limiti costituzionali, dovrebbe ascoltare i vari esperti del settore, quello medico-sanitario che notoriamente certezze assolute ne possiede ben poche, e poi decidere, assumendosene la piena responsabilità. Questo almeno se si ha realmente a cuore la salute e la sicurezza della popolazione. Ma se, come appare nel caso di Speranza di tanti altri spregiudicati politici che stanno cavalcando la tigre del terrore di massa, lo scopo inconfessabile è assai diverso, allora anche l’insensata estensione del vaccino agli under 12, i quali rappresentano una platea quasi a rischio zero nei riguardi del Covid e che in alcuni casi potrebbero avere più guai dal siero che non dal virus, viene presentato come un piccolo passo per questi ragazzini e un grande balzo per l’intera comunità nazionale.

Claudio Romiti, 10 novembre 2021

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