Salute

Il ministro della salute è positivo

Speranza ha il Covid, sberla di Zangrillo: “Le mascherine sono inutili”

Oggi il consiglio dei ministri che deciderà sulla proroga delle mascherine. Ma il ministro non c’è: è positivo

Salute

Prima di tutto, i nostri migliori auguri di pronta guarigione a Roberto Speranza. Il ministero della Salute, infatti, ha oggi comunicato che il leader di Sinistra Italiana è risultato positivo al Covid-19 e dunque si collegherà in videoconferenza al Consiglio dei ministri. Direte: notizia di poco conto. E invece no. Perché oggi si discute in Cdm su una questione cruciale: la necessità, ovvero, di prolungare oppure no l’obbligo di indossare le mascherine sui mezzi di trasporto pubblici.

L’intenzione del ministro sarebbe proprio questa. E chissà se l’essersi infettato non lo spinga a misure il più possibile rigide, dopo la decisione – fuori tempo massimo – di consentire agli studenti di fare l’esame di maturità e di terza media senza bavaglio.

Ora, la positività di Speranza lascia spazio ad alcune riflessioni. La prima, ci sia permessa, riguarda Mario Draghi: ricordate quando disse urbi et orbi in conferenza stampa che il green pass, e dunque il vaccino, ci avrebbe dato la certezza di trovarci tra persone non contagiose? Beh, era una evidente bufala. Noi lo sottolineammo in tempi non sospetti, ora la cronaca – compreso il “caso Speranza” – ci dà ragione. Il tempo si sa è galantuomo.

L’altra riflessione invece l’ha avanzata con un puntino di polemica Alberto Zangrillo, prorettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. “Faccio gli auguri al ministro della Salute, Roberto Speranza – dice all’Adnkronos – ben consapevole che per un uomo giovane e forte si tratta fortunatamente di un non problema. Dopodiché l’occasione è ghiotta per ribadire che siamo di fronte alla prova regina dell’inutilità assoluta della mascherina”. Il motivo? È chiaro: immaginiamo che Speranza, il quale scrive le norme e le decide, rispetti alla lettera le disposizioni sui Dpi. E forse anche di più. Di certo le indossa sui mezzi pubblici (sull’auto blu difficile dirlo), a teatro, durante il Cdm (?), alle conferenze stampa, al cinema e via dicendo. In fondo è lui che predica da tempo cautela e che vorrebbe mantenerle ancora sia in aereo che in metro. “So che così dicendo scatenerò la reazione della rigida ortodossia virologica protezionistica – aggiunge Zangrillo – ne sopporterò le conseguenze. Ma al solito la medicina è fatta di competenza, conoscenza della realtà e buonsenso”.

E il buonsenso dice che se la mascherina la porti a targhe alterne, a poco serve. Quale utilità avrebbe farla indossare agli alunni durante l’esame se poi la sera se ne vanno in discoteca (giustamente) senza bavagli di sorta? E poi il vaccino doveva proteggerci, no? Per carità: i contagi ci sono ancora (il tasso di positività è al 17%) e qualcuno si ammala pure con febbre, raffreddore e mal di gola. Però i dati Agenas dicono che la percentuale dei posti nei reparti ospedalieri di “area non critica” occupati dai pazienti covid è ferma al 7% e le terapie intensive sono occupate solo al 2% da infetti coronavirus. Anno scorso eravamo al 6%, durante la prima ondata non ne parliamo neppure. Qualcosa vorrà pur dire, no? Non per Walter Ricciardi (la cosa non ci sorprende), secondo cui a ottobre ci sarà un’altra “tempesta perfetta” con l’ipotesi di 100mila casi al giorno (vedremo) e la curva “in forte risalita”. “La nostra raccomandazione è di mantenere la mascherina nei luoghi chiusi e affollati e di tenerla obbligatoria nei trasporti locali, sul treno e in aereo”. Mascherina che, però, non ha protetto Speranza dal contagio.

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