Appunti sudamericani

Spunta un secondo sospetto pallone-spia cinese

Ogni giorno uno sguardo esclusivo sul mondo americano e sudamericano

pallone spia

Secondo sospetto pallone spia cinese avvistato sopra l’America Latina

Un altro pallone spia cinese è stato avvistato sopra l’America Latina, ha detto ieri il Pentagono, un giorno dopo che un velivolo simile è stato visto nei cieli degli Stati Uniti. Nello specifico sul Costa Rica.

Nel mezzo di una crisi umanitaria senza precedenti, Maduro ha costruito uno stadio super lussuoso di baseball

Con uno stipendio mensile che non arriva a 10 euro (ce ne vogliono 485 per sopravvivere) oltre a continuare a registrare una crisi migratoria senza precedenti e stimata in almeno 8 milioni di venezuelani che hanno lasciato il proprio Paese in cerca di un futuro migliore, il dittatore del Venezuela, Nicolás Maduro, continua ad aggrapparsi al potere e cerca di simulare un miglioramento economico nel paese, mentre cerca il riconoscimento internazionale come presidente. Con questo obiettivo, ha investito milioni di dollari nella costruzione di un nuovo stadio di baseball per la Caribbean Series (una sorta di Mondiale di baseball) che si tpallerrà nel paese. “Con un moderno stadio da quasi 40.000 spettatori, una colorata passeggiata lungo la costa e la possibilità che i giocatori della Major League Baseball (MLB) possano entrare in Venezuela dopo l’allentamento delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti, il Paese caraibico mostrerà, con la 2023 Caribbean Series, la sua ‘rinascita’ e la capacità di ospitare grandi competizioni”, ha detto Maduro che è stato paragonato a Videla, che usò il Mondiale di calcio del 1978 come tentativo di nascondere i crimini contro l’umanità, dall’attivista per i diritti umani e membro del Forum argentino per la democrazia nella regione (FADER), Elisa Trotta Gamus.

Daniel Ortega ha usato il Nicaragua per riciclare oro dal Venezuela

L’ex presidente del governo ad interim del Venezuela Juan Guaidó ha denunciato un’operazione di riciclaggio ddi oro milionaria in cui Daniel Ortega ha utilizzato per anni la compagnia mineraria statale nicaraguense per prelevare tonnellate di oro dal Venezuela ed eludere le sanzioni contro il governo di quel paese. Nel 2018, le esportazioni di oro in Nicaragua hanno raggiunto i 370 milioni di dollari, ma entro il 2021 magicamente e senza che siano stati trovati o segnalati depositi ricchi di questo metallo, le esportazioni hanno superato gli 867 milioni di dollari, ovvero 497 milioni di dollari in più. Tuttavia, non c’era magia o fortuna in questo. Ortega e Maduro “portavano oro dal Venezuela al Nicaragua per riciclarlo e finanziare le rispettive dittature. Fortunatamente, gli Stati Uniti hanno sanzionato la compagnia mineraria nicaraguense e bloccato quel riciclaggio”, ha denunciato Guaidó ieri, riferendosi alla compagnia mineraria nicaraguense (Eniminas) che è stata sanzionata dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti nel giugno 2022.

Comitato olimpico brasiliano sospende pallavolista Wallace per minacce Instagram a Lula

“Spareresti in faccia a Lula?”, aveva chiesto Wallace De Souza ai suoi follower su Instagram alla vigilia dell’insediamento di Lula, il 1° gennaio. Successivamente, il club per cui gareggia, il Cruzeiro, ha deciso di rimuoverlo dalla squadra. Ora Wallace, che ha già pubblicato un video in cui riconosce il suo errore e si scusa, ha cinque giorni per impugnare la decisione, scrive oggi il quotidiano O Globo.

L’Argentina avverte che la presenza “provocatoria” di truppe kosovare nelle Malvinas è una “minaccia” regionale

Il segretario delle Malvinas del governo argentino, Guillermo Carmona, ha denunciato che la presenza dei militari kosovari nell’arcipelago non è solo una “provocazione” che aggiunge un plus di “pericolosità” a uno scenario già teso, ma contravviene anche alle risoluzioni sul la sua smilitarizzazione. “L’ingresso di soggetti terzi dello Stato o, in questo caso, di un’entità non statale come il Kosovo è senza precedenti. È un’innovazione che appare al tempo stesso come una provocazione”, ha detto Carmona durante una visita ufficiale a Madrid.

Messico: il clan Guzmán continua a crescere e a generare violenza

Con aria di sfida, i figli di El Chapo continuano a commettere crimini che tengono gli abitanti di Culiacán sotto scacco, davanti allo sguardo di oltre 3.500 soldati e agenti della Guardia Nazionale mandata da AMLO che in teoria dovrebbero proteggere la popolazione. È chiaro che il clan Guzmán non è stato colpito nella sua struttura finanziaria e, anzi, continua a crescere. Gli atti di violenza sono però diminuiti di intensità lo stesso giorno in cui è stato annunciato che il V Tribunale Distrettuale in Materia di Amparo e Processi Federali nello Stato del Messico ha concesso la sospensione definitiva che blocca l’estradizione di Ovidio negli Stati Uniti, paese che lo vuole per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina, metanfetamine e marijuana. Per ora vi è la certezza che il governo messicano non abbia richiesto alcun mandato di cattura nei confronti degli altri membri del clan Guzmán, pertanto sia Ovidio che i suoi fratelli Iván Archivaldo, Alfredo e Joaquín non avrebbero commesso per AMLO alcun reato in Messico, come riportato dalla Procura Generale del paese del tequila. Nonostante la presenza dell’esercito a Sinaloa non abbia danneggiato finanziariamente il cartello, il clan dei fratelli Guzmán vuole che Ovidio non venga estradato e che i militari si ritirino dallo stato. Leonel Aguirre, attivista per i diritti umani, ha dichiarato che con l’arresto di Ovidio, gli figli del Chapo si sentono traditi dal presidente Andrés Manuel López Obrador.

Paolo Manzo, 6 febbraio 2023


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