Politica

Stato d’emergenza, ecco come ha violato la Costituzione - Seconda parte

Il Viminale limita le manifestazioni no pass, è solo l’ennesima libertà costituzionale caduta sotto i colpi dello stato d’emergenza

Adesso il governo alza il livello dell’escalation e, al posto dei dpcm e dei decreti-legge, usa gli atti amministrativi ministeriali. Il Viminale sta per limitare il diritto di riunione attraverso una semplice circolare ministeriale contenente linee-guida da inviare ai prefetti, che dovranno applicarle a seconda della situazione contingente. Una libertà costituzionale viene pertanto limitata da linee-guida ministeriali, una nuova fonte del diritto in grado di sopprimere libertà costituzionalmente garantite. “Add cazz sim arrvat” direbbe Checco Zalone.

In tutto questo il Presidente della Repubblica Mattarella, che finora ha firmato tutto quello che il governo gli ha sottoposto, ha trovato il tempo di dire che “dobbiamo sconfiggere il virus, non attaccare gli strumenti che lo combattono”. A questo punto sarebbe interessante che il Capo dello Stato spiegasse se sia consentito l’utilizzo di qualsiasi mezzo, anche quello di sopprimere i diritti costituzionali attraverso semplici circolari ministeriali per sconfiggere il virus, quando ormai è evidente che il virus è solo un pretesto per imporre una vaccinazione forzata. Lui, che un tempo è stato giudice della Corte costituzionale, dovrebbe conoscere meglio di chiunque altro la” gerarchia” tra le fonti del diritto.

Il problema non è solo giuridico, è anche politico. Limitare il diritto di riunione, consentendo solo manifestazioni statiche attraverso sit-in e mascherine, non farà altro che radicalizzare il dissenso. La conseguenza sarà infatti quella di avere manifestazioni al momento ancora pacifiche non autorizzate che verranno represse con manganelli e idranti e a questo punto non si possono escludere reazioni da parte di manifestanti aggrediti. Se di fatto è stata dichiarata una guerra contro chi protesta non è da escludere che chi protesta – non sappiamo in che modo – reagisca alla violenza. Qualche volta usare il pugno duro più che risolvere la situazione può aggravarla. L’autunno rischia di diventare caldo, molto caldo, perché gli animi sono esasperati, al limite della sopportazione. Ed è un brutto segno quando ai cittadini si nega la possibilità di esprimere pacificamente il proprio dissenso nelle piazze.

“Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà…” (Primo Levi).

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