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Truffe telefoniche: la soluzione italiana per fermare le chiamate commerciali mascherate

Lo spoofing è la pratica con cui i call center scorretti evitano che le chiamate siano segnalate come spam. Faro dell’Agcom

Fonte: Enel

Abbiamo ricevuto tutti telefonate da numeri sconosciuti che, una volta risposto, fanno partire messaggi automatici. Si chiama spoofing ed è la tecnica che usano i truffatori per mascherare il loro numero e ingannare le vittime, facendo credere loro di ricevere una chiamata da una fonte affidabile. L’obiettivo? Estorcere informazioni personali o spingere a compiere azioni rischiose, aggirando i sistemi di sicurezza. Un inganno sempre più pericoloso.

Le proporzioni raggiunte dal fenomeno sono oramai allarmanti. Secondo i dati della Communications Fraud Control Association ogni anno le imprese a livello globale perdono oltre 40 miliardi di dollari per frodi basate su questa tecnica. Proseguiamo allora la nostra guida su come difenderci dalle telefonate moleste e dagli artisti della truffa: qui potete leggere la prima puntata.

Il problema, infatti, non è solo economico: l’effetto domino dello spoofing rischia di mettere a dura prova un intero comparto, molto importante, come quello dei servizi telefonici. Il settore impiega infatti circa 80.000 persone e genera un contributo al PIL nazionale stimato in quasi 3 miliardi di euro. E sebbene le chiamate commerciali non incontrino sempre il favore del pubblico, gli addetti di questo settore si occupano in buona parte di attività di “servizio ai clienti” un ambito che rischia di essere messo in discussione dalla perdita di fiducia causata dalle chiamate fraudolente.

Il rischio è concreto: senza interventi rapidi e mirati, sempre più persone saranno vittime dirette delle frodi e sempre più imprese subiranno il danno di immagine per il fatto che il loro nome viene sfruttato illegalmente per ingannare i consumatori.

Dopo l’introduzione del Registro Pubblico delle Opposizioni, le confische dei database illegali da parte del Garante Privacy, e l’adozione di un Codice di Condotta per le attività di telemarketing si è arrivati all’introduzione del prefisso unico 0844 per le chiamate commerciali che, sebbene utile, non basta a contrastare un fenomeno che si è evoluto in maniera sofisticata, con truffatori che sfruttano falle nel sistema per bypassare ogni controllo.

Nonostante l’efficacia delle misure attuali sul traffico nazionale, il fenomeno dello spoofing internazionale resta una criticità: i numeri possono essere falsificati prima ancora di raggiungere l’Italia, eludendo i controlli.

Per far fronte a questa lacuna, il Decreto Legislativo n. 48/2024 consente ad AGCOM (l’autorità garante delle comunicazioni) di introdurre misure di blocco preventivo per le chiamate internazionali che utilizzano numerazioni italiane falsificate o che non rispettano gli standard internazionali. Le evidenze di settore sono chiare: la stragrande maggioranza delle chiamate fraudolente (circa il 98%) proviene dall’estero, rendendo urgente l’intervento su questo fronte.

A novembre dello scorso anno, l’authority ha avviato una consultazione pubblica con l’obiettivo di consentire agli operatori telefonici di implementare sistemi di blocco preventivo per le chiamate provenienti dall’estero che utilizzano numerazioni italiane tramite la tecnica dello spoofing. La proposta ha ottenuto un ampio consenso e, a marzo, è stato costituito un tavolo tecnico tra i principali operatori del settore – Tim, Wind, Iliad, Fastweb e Vodafone – insieme ad altri stakeholder, per definire le modalità pratiche di implementazione del blocco.

La proposta presentata prevede un’azione in due fasi: prima il blocco delle chiamate provenienti da numerazioni non standard e da numeri fissi, e in un momento successivo il blocco delle chiamate provenienti da numeri mobili. In ogni caso, spetterà agli operatori di transito internazionali autorizzati in Italia, come Tim Sparkle e BT Italia, il compito di fermare le chiamate con numeri italiani, fissi o mobili,non assegnati a nessun cliente. Per quelle provenienti da numeri mobili assegnati a singoli clienti, sarà necessaria una verifica preliminare per accertarsi che il chiamante non si trovi in roaming, attraverso un sistema di scambio di informazioni tra operatori nazionali e internazionali.

Il lavoro di AGCOM, quindi, si sta rivelando decisivo per garantire maggiore sicurezza ai consumatori italiani. L’adozione di queste misure rappresenta un passo fondamentale verso una protezione più efficace contro le truffe telefoniche, consolidando il ruolo di AGCOM come punto di riferimento nella difesa degli utenti e nel miglioramento del sistema delle telecomunicazioni in Italia. Un intervento tempestivo e coordinato, che non solo risponde a una necessità urgente, ma che rafforza la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nel sistema delle comunicazioni.

La pubblicazione della delibera finale è attesa entro la fine di questo mese, ma la sua efficacia dipenderà dalla rapidità con cui tutti gli attori del settore – pubblici e privati – sapranno operare in sinergia. Ogni giorno senza interventi concreti è infatti un giorno perso nella battaglia contro chi sfrutta la tecnologia per ingannare e truffare.

L’Italia non è sola in questa sfida: la Francia ha già adottato la soluzione STIR/SHAKEN, sviluppata da Italtel, in collaborazione con operatori come Koesio e Canal Plus Telecom, in linea con la Legge Naegelen. Una piattaforma analitica avanzata, capace di rilevare anomalie, gestire segnalazioni e dialogare con sistemi di governance centralizzati, è oggi parte integrante della strategia europea contro lo spoofing.

Anche il Regno Unito, attraverso l’azione dell’Ofcom, ha mostrato come un approccio deciso – basato su blacklist nazionali, soluzioni tecnologiche avanzate e obblighi precisi per gli operatori – possa ridurre drasticamente le chiamate fraudolente. La chiave del successo? Collaborazione tra istituzioni e imprese.

L’Italia è sulla strada giusta, ma serve accelerare. È il momento di agire con fermezza, responsabilità e spirito di squadra. Difendere i cittadini dallo spoofing telefonico non è solo una priorità tecnica, ma un dovere istituzionale. Con il sostegno del Governo, delle autorità e delle aziende del settore, si può vincere questa sfida. E va fatto ora.