Il tempo dell’Europa sembra essere definitivamente tramontato. La nuova rotta che orienta il mondo si costituisce in “valori” ed elementi che surclassano quelli che la vecchia Europa ha consegnato all’umanità. Non poteva che essere altrimenti. Mentre in America assistiamo alla nascita di una nuova forma di potere pubblico, commistione di interessi tecno-militari e di una ritrovata “volontà di potenza” tutta novecentesca, mentre l’asse del mondo si sposta nell’inquieta Eurasia divisa tra il neo-imperialismo grande-russo e il nascente conflitto tra le due grande potenze demografiche mondiali (India e Cina); noi europei dove siamo?
Della leader in pectore della Commissione, Frau Von Der Leyen, non si hanno notizie da settimane (dicono sia allettata da una polmonite…), degli altri mandarini di Bruxelles (commissari, sottocommissari ecc.) nessuno sa bene come la pensino su quanto accade attorno a noi. Il tutto mentre le nazioni che rappresentano il cuore della stessa Unione si sgretolano lentamente sotto il peso di crisi politiche ed economiche causate dalla loro stessa miopia.
Tempo fa su questo sito vedemmo gli inizi del nuovo vento di destra che sarebbe soffiato in Europa mettendo in luce ancora di più la lontananza delle istituzioni di Bruxelles dai veri cambiamenti di fase della realtà. Sempre di più vediamo scindersi l’Europa (quella delle nazioni) dall’Unione Europea (quella dei commissari e della grandezza delle vongole). Un nuovo capitalismo tecno-militarizzato si erge al di là dell’oceano atlantico, pronto a fare di noi nient’altro che clienti, se ci va bene delle basi d’appoggio.
Mentre il governo diventa governance e la libertà si riduce alla mera libertà d’espressione sui social (per chi non crede rivedere le dichiarazioni di Zuckerberg e l’editoriale di Peter Thiel sul Financial Times), quello che una volta era il vero cuore del mondo non sa dove girarsi. Che fare? Voltarsi ad est verso il capitalismo terroristico cinese come contraltare ai dazi trumpiani? Divenire clienti degli Usa? Il silenzio sulle domande fondamentali è assordante. In tutto ciò ogni leader europeo agisce da par suo, nella speranza di trovare un posticino sotto il nuovo sole che sorge. Nel tempo in cui le grandi potenze risorgono, l’Europa rimane a guardare. Le reazioni scomposte di larga parte delle forze politiche a Bruxelles all’insediamento di Trump dimostrano una volta di più l’incapacità di vedere il presente, perdendosi nelle polemiche sul macchiettistico braccio alzato di Musk.
Ora più che mai è necessario pensare ad una Costituzione europea che consegni vera legittimità democratica ad un’unione basata solo su interessi contingenti. Se si vuole riconsegnare vero valore alla parola “democrazia” dovremmo ricominciare noi europei che l’abbiamo inventata; altrimenti tanto vale dismettere tutto e lasciare ai bot l’arduo compito di gestire la vita pubblica. Ridiscutere i trattati, uscire dalla retorica infausta del debito sovrano (occorrerà aspettare per questo che la Germania perda ancora più rilievo economico).
L’asse franco-tedesco cui si aggiunge la Polonia revanscista non rappresenta più nulla se non una pericolosa visione del passato. Un destino di mediocrità e insignificanza ci attende.
Francesco Teodori, 29 gennaio 2025
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