Politica

Un bel cul* è solo un bel cul*

È da un po’ che non si parla del sindaco di Terni Stefano Bandecchi, ma le sue parole restano scolpite nella memoria

È da un po’ che non si parla del sindaco di Terni Stefano Bandecchi, ma le sue parole restano scolpite nella memoria: “Un uomo normale guarda il bel culo di una donna, se ci riesce se la tromba…” una banale verità, eppure ricorderete lo scandalo, Pd e FdI che lasciano l’aula e la Lega che chiede le dimissioni manifestando indignazione e sdegno di fronte a tali enormità.

Naturalmente negli stessi giorni in cui si parlava con orrore di queste disgustose e pericolosissime esternazioni ternane, donne ed uomini venivano uccisi dai rispettivi compagni, Israele pubblicava foto di ostaggi maschi e femmine oltraggiati da Hamas in ogni modo, in Iran un regime odioso impiccava giovani donne e uomini come fosse un simpatico hobby e, nel giorno della memoria, nelle nostre città si inneggiava alla distruzione di Israele. È passato un mese e mezzo e dopo centinaia di pagine di giornale e ore di dibattiti, tutto va come o peggio di prima.

Insomma ci risiamo, le parole ci indignano, i fatti li archiviamo come se nulla fosse. La quotidiana overdose di orrori ci ha anestetizzato e il “ma però” relativizza ogni notizia. È veramente difficile evitare la polemica becera alimentata quotidianamente: “Sardegna il governo sbanda”; “FI spaccata”; “la Lega fuori controllo”; “Nordio bloccato”; “più evasori meno cure”; “maggioranza in tilt”; “la bufala del piano Mattei”, e mi sono limitato a pochi titoli.

Sinceramente non so se la realtà sia diversa, se il governo sia saldo e Nordio in grado di portare a termine la sua riforma; se il Piano Mattei sia una bufala o un’idea geniale; se ci siano o meno più evasori, e francamente me ne infischio, perché questo modo militante e superficiale di informare sta rendendo inutile l’informazione. I quotidiani in crisi di vendite e con bilanci pronti per il tribunale, cercano la salvezza solo alzando sempre di più il livello della polemica. La ricerca del nemico è continua, che sia un ministro che non piace o un influencer cretino, tutto deve essere elevato alla dimensione del mostro, della colpa, del dramma: la pioggia è bomba d’acqua, l’incidente mortale è omicidio stradale, le lacrime della Ferragni un affare di Stato.

Tutto questo sta perdendo ogni senso spingendoci a temere le parole come preludio delle azioni: una gigantesca bufala come quella che fumare spinelli sia la premessa a farsi di crack o fare il saluto romano ad un funerale sia il preludio alla marcia su Roma. Esasperare ogni fatto, drammatizzare ogni evento, alimentare i timori sono solo strumenti per limitare le opinioni, ovvero il primo passo verso il controllo delle coscienze.

Quando il generale Vannacci vede le sue parole passare da ovvietà banale a verità indicibile (tanto da essere querelato da Paola Egonu per la frase: “Anche se è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità“) noi dobbiamo drizzare le orecchie e cominciare a preoccuparci per la nostra libertà. Propongo un esercizio, se oggi chiedessimo in giro per il mondo di individuare la presidente del Consiglio italiana mostrando le foto di Giorgia Meloni, Elly Schlein, Paola Egonu, e Laura Boldrini, secondo voi quanti indicherebbero la Egonu?

Insomma spesso la banalità è statisticamente vera, il che non ha nessuna relazione con la possibilità che in un prossimo futuro una italiana di origine romena, polacca, keniota o cinese possa essere una straordinaria presidente del Consiglio italiano. Nicola, per anni abbiamo parlato di libertà e giustizia, abbiamo scambiato libri e articoli, abbiamo assistito a convegni e riunioni, abbiamo fatto campagne elettorali, tutto sempre cercando di capire e razionalizzare quello che accadeva. Parlare, analizzare, discutere e dopo tutto questo coltivare il dubbio, questo era il nostro mantra.

Ma di fronte al kamasutra politico di questi anni, alla “complessità” dei campi larghi, giusti o semplicemente falsi, utili solo a comporre insanabili contraddizioni inventando sigle e schieramenti sempre nuovi, credo che sia giunto il momento della semplicità, il momento di far prevalere la banalità del vero, il buonsenso, il comune sentire, la ragionevolezza, sarò banale ma quello che voglio è poter essere moderno senza essere woke, liberale senza essere antico, di destra senza essere fascista.

Voglio banalmente affermare che manifestare in Egitto per la pace a Gaza è solo “complessità” inutile da mostrare sui social, lavorare con il governo israeliano sulla necessità di una tregua umanitaria nella guerra per la liberazione di Gaza da Hamas, è politica, e che un bel culo è solo un bel culo!

Antonio De Filippi, 7 marzo 2024

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