Società

Una pratica disdicevole

Utero in affitto, il mercato non ha sempre ragione

Il dibattito è forte e ci sono liberisti che non la pensano come me. Ma la Gpa è una questione spinosa

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Questa mattina il Giornale ha titolato “Il dictat europeo sulle famiglie gay“. Pare infatti che il Commissario europeo della giustizia abbia inviato una lettera in cui dice che tutti i paesi sono tenuti a riconoscere i diritti dei figli delle coppie omosessuali. Il problema lo pone bene oggi Italia Oggi: nessuno è contrario alla tutelala dei diritti dei figli delle coppie non etero. La questione, invece, è l’utero in affitto. Come dice bene Magnaschi, infatti, lo possono chiamare in tutte le maniere, ma sempre utero in affitto rimane.

Tu prendi una donna e le dici “senti, facciamo una cosa: ti metti nella pancia un bambino di altre due persone, te lo metti dentro la pancia e, alla fine dei nove mesi, me lo restituisci.” Secondo voi, questa cazzo di operazione la farà una signora che gira con la Bentley e con l’autista? O la farà una povera ucraina che vuole portarsi a casa la pagnotta? Chi cazzo pensate che faccia una cosa di questo tipo? Credete veramente che saranno delle miliardarie animate da generosità e altruismo a partorire un figlio non loro?

Dovrebbero essere proprio le femministe ad opporsi per prime, invece all’interno del Partito Democratico si discute di questa pratica forse con troppa leggerezza. Nonostante sia un liberista e creda che il mercato abbia quasi sempre ragione, non credo che in questi campi si possa dare ragione al mercato.

Così come per il traffico di organi, l’utero in affitto è una questione spinosa che divide i libertari. Su questo tema io mi sento un po’ meno liberista rispetto a chi crede che, essendo l’utero una parte del proprio corpo, lo si possa affittare, e per lo stesso motivo, sia legittimo vendere un proprio rene per 100 mila euro. Insomma, il dibattito da Walter Block in poi è fortissimo e porsi qualche domanda, così come sto facendo io, non credo sia qualcosa di cui vergognarsi.

Nicola Porro, 22 marzo 2023

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