Salute

Vaccini, anche Ursula tifa per l’obbligo - Seconda parte

La presidente della Commissione Ue: “È tempo di discutere sull’obbligo vaccinale”

Dalla Germania ad Omicron

Cosa si nasconde dietro questa presa di posizione di Bruxelles? Primo, la debolezza dell’Unione che si era convinta di aver superato la pandemia solo grazie al vaccino (il ministro Speranza, per dire, scrisse un libro dal titolo “Perché guariremo” basandosi su questo assunto). Secondo, la situazione tedesca: l’uscita di Ursula pare proprio un assist al nuovo governo “semaforo” guidato dal neo cancelliere Olaf Scholz, che nei giorni scorsi si è detto favorevole all’obbligo vaccinale e a nuove restrizioni per i no vax. Terzo, la sortita della Commissione cavalca la narrazione terroristica degli ultimi giorni sulla variante Omicron: benché la stessa von der Leyen ammetta oggi che “servono due o tre settimane” per valutare gli effetti della mutazione, il caos informativo casca a pennello nei giorni in cui ci si appresta ad aprire le vaccinazioni ai bambini. L’Ema ha dato il via libera, l’Ue assicura che le dosi di Pfizer saranno pronte dal 13 dicembre. Quale occasione migliore per pubblicizzare il siero ai minori di 12 anni di una presunta pericolosissima variante? “Su Omicron gli scienziati dicono di non saperne abbastanza”, ammette Ursula. Ma intanto liturgia del terrore sia.

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