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Vaccino ai 60enni, rispondono i medici di famiglia

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Riceviamo e pubblichiamo la nota della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale in merito all’articolo sulle vaccinazioni agli over 60 uscito pochi giorni sul nostro sito.

Nei giorni scorsi si è appreso che sul sito è apparso un articolo intitolato “Vaccini, arriva l’algoritmo di Ricciardi e Lopalco per “stanare” gli over 60”, nel quale viene citata la scrivente Federazione e che reca, con tutta evidenza, informazioni che non sembrano corrette. A fini pienamente collaborativi e con pieno spirito di trasparenza informativa, dunque, pare opportuno precisare quanto segue con riferimento a taluni fatti che vengono narrati nell’articolo menzionato, affinché possiate rendere un’informazione più corretta ed aderenti al dato reale delle circostanze alle quali si fa riferimento nell’articolo in questione.

Una delle necessità emerse nella campagna vaccinale anti-Covid è stata quella di selezionare con appropriatezza i soggetti da sottoporre prioritariamente a vaccinazione, tenendo conto delle raccomandazioni emesse dai livelli istituzionali di riferimento in ambito sanitario. I criteri anagrafici si sono spesso integrati con quelli clinici ed assistenziali costituendo un insieme di variabili reso ancora più complesso dalla numerosità della popolazione da sottoporre progressivamente a vaccinazione. FIMMG e Cittadinanzattiva hanno condiviso su questo tema l’opportunità di perseguire una soluzione tecnologica che fosse di supporto nella scelta più appropriata delle priorità vaccinali, per affrontare con una modalità quanto più consapevole ed orientata i processi di “vaccinazione di iniziativa” alla luce del coinvolgimento attivo della Medicina di Famiglia.

Con questi obiettivi la FIMMG (anche attraverso le proprie strutture di ausilio tecnicoinformatico), in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università Politecnica delle Marche, ha realizzato un algoritmo basato sulle soluzioni di intelligenza artificiale che, applicato ai database clinico-assistenziali dei medici di famiglia, è in grado di fornire delle indicazioni che, seppur non definitive, supportano il medico a stabilire la priorità nell’esecuzione della vaccinazione. La risorsa è integrata con altri tools utili alla gestione completa del percorso di reclutamento attivo del paziente.

L’uso di tale strumento informativo è funzionale ad incrementare le soluzioni di cooperazione applicativa con i database dei registri vaccinali nazionali e regionali (già realizzata con grande successo in Campania) affinché tale risorsa possa fornire al medico le indicazioni complete per conoscere chi, tra i soggetti più fragili e maggiormente bisognosi di protezione (sia per età che perché affetto da patologie particolari), ancora non è stato vaccinato e, dunque, per consentire di procedere ad un reclutamento attivo di questi soggetti, fermo rimanendo la natura non obbligatoria del vaccino: è del tutto evidente, dunque, che l’uso di tale strumento è diretto a salvaguardare la salute dei soggetti maggiormente bisognosi di protezione vaccinale da seri rischi per la loro sopravvivenza.

La risorsa informatica in questione, inoltre, potrà essere rapidamente riadattata ad altre campagne vaccinali, costituendo, pertanto, una opportunità permanentemente utile per la professione e ad esclusivo servizio dei pazienti. Il percorso di realizzazione dell’algoritmo, peraltro, è stato seguito da un qualificato board scientifico costituito da esperti di rilievo nazionale nel settore della Salute Pubblica e della Vaccinologia. Appare evidente, dunque, in virtù di quanto evidenziato, che le ipotesi articolate nell’articolo in questione possono considerarsi, quantomeno, di pura fantasia (per non dire del tutto prive di fondamento fattuale) e, nella parte in cui fanno riferimento a supposizioni svolte da professionisti terzi estranei all’iniziativa, riferendo di possibili segnalazioni all’autorità comunale dei soggetti non vaccinati al fine di “inviare “i vigili a cercarli”, palesemente non corrette ed avulse dalla realtà, oltre che tendenzialmente idonee a creare inutili e pericolosi allarmismi sociali.

Sotto tale profilo, peraltro, giova ribadire che il rapporto tra medico di famiglia e paziente riposa interamente ed esclusivamente sulla fiducia che il secondo nutre nei confronti del primo e che costituisce l’essenza più profonda della natura liberoprofessionale della prestazione dei medici di medicina generale; la salvaguardia della libera professione (pure osteggiata da molti per interessi poco chiari e commendevoli), dunque, in questo ambito, costituisce il migliore rimedio per assicurare ai pazienti la possibilità di scegliere il proprio medico di fiducia e, conseguentemente, affinché essi possano esercitare compiutamente il diritto, costituzionalmente garantito, alla tutela della propria salute.

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