Vaccino: la zuffa tra virologi è un assist agli scettici

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Nel pieno della pandemia siamo costretti ad osservare impietriti alla zuffa fra le nuove star del virus, alias virologi ed infettivologi, che duellano uno contro l’altro in un delirio di soggettività narcisistica predominante sull’oggettività che la scienza dovrebbe, piuttosto, custodire. Se lo scetticismo antiscientista sui vaccini proviene da chi dovrebbe essere fautore del sano dogmatismo scientifico il rischio è di destabilizzare la psicologia collettiva, privandola di una prospettiva di emancipazione dall’emergenza pandemica. Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina molecolare di Padova, ha avanzato dubbi sui nuovi vaccini contro il Coronavirus: «Non voglio scorciatoie. Normalmente ci vogliono dai 5 agli 8 anni per produrre un vaccino. Per questo, senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio».

A Crisanti ha replicato a tono Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, contestando la gravità della sortita antivaccino: «Le affermazioni del professor Crisanti sul vaccino anti-Covid sono gravissime. Credo che la comunità scientifica tutta dovrebbe prendere le distanze da ciò che ha detto. Questo è il suo pensiero e si deve assumere tutte le responsabilità in un momento del genere dove il Paese ha bisogno di essere unito».

Difficile che il Paese si ricomponga in unità se la prima a dividersi è la comunità scientifica che dovrebbe rappresentare la principale bussola che unifica cittadini, prefigurando un orizzonte di fiducia.

«Se avessimo detto una cosa del genere io o il collega Alberto Zangrillo, che cosa sarebbe successo? Io mi vaccinerei già oggi» – ha aggiunto Bassetti. Anche il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri è intervenuto prendendo le distanze dalla diffidenza sul vaccino anti-Covid pronunciata da Crisanti: «Credo che Crisanti si sbagli: il vaccino sarà sicuro. Quando arriverà e io rientrerò nelle categorie che possono farlo subito, lo farò».

I dubbi sulla sicurezza del vaccino sollevati da Crisanti sono stati prontamente isolati, tanto che il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, ha espresso sconcerto sulla dichiarazione del collega: «Oggi si sono lette delle affermazioni che non esito a definire sconcertanti. Dico in maniera molto chiara che i profili di sicurezza dei vaccini che verranno resi commercialmente disponibili hanno seguito e seguiranno tutta una serie di step ineludibili dalle agenzie regolatorie più importanti».

La sovraesposizione mediatica di alcuni esperti ne sta condizionando la comunicazione come fossero iscritti alle “enunciadi”, una sorta di torneo fra dichiarazioni che si contendono la visibilità della prima pagina pur di mobilitare una permanente attenzione e di cavalcare l’onda alta della contingenza emergenziale. Ma il rischio è che l’opinione pubblica venga travolta e assimili una certa ostilità verso le strategie vaccinali che hanno contribuito a salvare milioni di vite.

Andrea Amata, 21 novembre 2020

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