Politica

Variante Omicron: governo indeciso tra terrorismo e autoelogio

Tutti a cavallo del terrore sulla nuova mutazione. Però l’Italia si presenta come la migliore del mondo

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Il governo Draghi travolge l’intera storia della Logica da Aristotele a Godel: “Siamo stati splendidi, però morirete tutti, però siamo i migliori del mondo, però non c’è scampo”. Però merda. Ma insomma, la terza dose è la prova ontologica dell’efficacia del vax o un apostrofo acuminato tra le parole ad libitum? Non si sa, questo regimetto sempre più netto è la dimostrazione delle parole in libertà delle teorie in libera uscita e delle profezie fuori controllo: non si fa in tempo a escogitare un antivirus “sicurissimo” che subito una variante lo mette in fuorigioco.

Terrore e tragedia

La Omicron, per esempio. Ah, orrore, tutta l’Africa travolta, ondate di contagi, di morti. Poi vai a vedere i numeri, e ci sono da tremila a quattromila contagi al giorno (i dati ufficiali sono un po’ aleatori da quelle parti), e da trenta a cinquanta decessi, chissà poi motivati invero da cosa: meno che da noi, “i più bravi del mondo”, tanto più che la presidenta dei medici sudafricani, Angelique Cotzeee, dice: “I sintomi? Lievissimi, nulla di allarmante”. E non può dire, per decenza professionale, che più o meno è un raffreddore ma il senso è quello. Solo che in questo disgraziato ombelico del mondo conviene buttarla in tregenda: i telegiornali accentuano il tasso demenziale dei servizi, nel comune siculo di Roccafiorita, 117 abitanti, c’è un solo positivo ma tutti vivono come a Chernobyl e una ragazza dice: mi maschero per non uccidere nonna. Si oscilla tra fine del mondo, malgrado l’elisir, e salvezza e redenzione assicurata dall’elisir: nel dubbio, punturatevi tutti: garantisce “il manager dell’Eni”, nuova categoria dello spirito dopo i virominkia: “Ho fatto due dosi, me lo sono beccato, ma, grazie al vax, sono salvo”. Padre, non perdonarli perché non sanno quello che fanno.

Tutti tifosi del supergreenpass, e poi…

Non si capisce come, riusciamo ad essere contemporaneamente i più terrorizzati e i più sicuri, i più esposti al rischio e i più coperti grazie al supergreenpass, i mejo fichi der bigoncio e quelli con 8 milioni di sequestrati, i più liberi e i più reclusi. Supergreenpass, eccolo qua, Draghi è il suo nome, nun lo scordà, movi er Qr de qua e de là, fammelo vede, nun lo scordà. E c’è chi vuole già il supermega, supercalifragilistichespiraligreenpass. La terza dose proteggerà da 10 anni a 3 mesi, però decolla la campagna vaccinale per la terza spada, peccato solo manchino all’appello 6 milioni di neo vaccinati tra i vecchi (senza contare gli scettici di ritorno, che si sentono vagamente presi per il Qlo). Pronta la soluzione: spariamo tutte le dosi agl’infanti, ai quali qualche viroillogico propone due somministrazioni nel giro di 15 giorni. E certo, sono puntaspilli. Manco ai pulcini e ai maialetti, ma come si fa? È un Paese o la Nave dei folli?

A dirla fuori dai denti, qui nessuno sembra essere più compos sui: per un presidente (della Repubblica) che, ipse dixit, predica “la comunità di tutti” c’è un presidente del (cattivo) Consiglio che soavemente considera i non vaccinati come esclusi dalla società. C’è baruffa nell’aria, non proprio voglia di controllo, è più un languor di dittatura, un altro ex supertecnico, anche lui fu SuperMario, auspica in diretta live il golpe ossia la censura di Stato sulle notizie sanitarie, cioè tutte. Spiace che il provvedimento piova dalle emittenti di uno che da 30 anni vorrebbe fare “la rivoluzione liberale”: ma li mortanguerrieri, pensa se voleva fare quella proletaria.

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