Cronaca

La tragedia

Vergognatevi sciacalli delle Frecce Tricolori

La sinistra all’attacco della pattuglia acrobatica italiana. Ma per i due “autisti dei migranti”, tutti zitti

frecce tricolori incidente

La sinistra non perde occasione per attaccare e chiede l’abolizione delle Frecce Tricolori. La prova che lo sciacallaggio non ha limite.

Nessuno a sinistra però che si sia indignato per la morte di quei due autisti che trasportavano i migranti. Cosa dovremmo chiedere? L’abolizione dell’immigrazione? L’abolizione dei centri di accoglienza?

Nessuno che abbia berciato per la chiusura del centro di Lampedusa che ormai trabocca di migranti e li trasborda da una parte all’altra dell’Italia.

Alberto Vella e Daniel Giudice sono morti nella notte tra giovedì e venerdì scorsi lungo l’autostrada A1. Alberto aveva 34 anni. Daniel ne aveva 32. Stavano trasportando 49 richiedenti asilo sbarcati sull’isola di Lampedusa, da Porto Empedocle comune siciliano ai vari centri di accoglienza in Piemonte. Solo che a metà tragitto hanno incontrato la morte. Il loro bus, all’altezza di Fiano Romano, comune della città di Roma, si è scontrato frontalmente contro un tir. Daniel Giudice era alla guida. Alberto Vella stava dormendo, come previsto in questi casi per darsi il cambio nei lunghi tragitti, e al momento dell’impatto è stato sbalzato fuori dall’abitacolo. Il bus si sarebbe ribaltato più volte su se stesso. La notizia è passata in sordina e non c’è stato nessuno a sinistra che si sia indignato. È stato un incidente.

E strumentalizzare la morte come hanno fatto gli sciacalli con le Frecce Tricolori è cosa alquanto riprovevole e forse è il caso di iniziare a vergognarsi. Il padre della piccola Laura Origliasso, la bimba di 5 anni morta sabato scorso nel tragico incidente avvenuto accanto all’aeroporto di Caselle a Torino, è disperato. Non si dà pace. Rivede quelle immagini davanti a sé più e più volte. Ha cercato invano di salvare la figlia e non ci è riuscito. L’ha afferrata, presa, ha urlato, ha chiesto aiuto, ha tentato invano di tirarla fuori da quell’inferno mentre l’abitacolo prendeva fuoco, ma la piccola non ce l’ha fatta. Un pezzo di lamiera in fiamme dell’aereo delle Frecce Tricolori ha preso in pieno l’auto e la vettura è diventata una palla di fuoco.

Ora il papà è disperato. E continua a chiedersi cosa avrebbe potuto fare. Ma nonostante questo dolore, gli sciacalli passano sopra a tutto. Perfino alla morte.
“Ora basta con Frecce tricolori e parate militari!”, ha detto Tomaso Montanari, “troviamo altri modi – più intelligenti, più costruttivi, più pacifici – per celebrare una Repubblica che ripudia la guerra, e che è fondata sul primato della persona umana”. “Uno spreco di soldi e uno strumento di propaganda guerrafondaia dannoso, diseducativo, e purtroppo anche pericoloso”, ha berciato il segretario di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo. Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha detto che sono “esibizioni da abolire”.
Ma l’acume l’ha raggiunto lui. Il musicista Frankie Hi-nrg. “Ma di preciso, nella pratica, a che cazzo servono le #FrecceTricolori?”, ha twittato.

Tutto questo mentre una famiglia è distrutta dal dolore. E lo sarà per sempre.

Serenella Bettin, 18 settembre 2023