Salute

Il mistero di Wuhan

Virus dal laboratorio, Palù sgancia la bomba: “Simulavano una mutazione” - Seconda parte

Il presidente dell’Aifa non esclude l’origine da laboratorio del coronavirus. E avanza un’ipotesi

Parole pesanti, parole che, da vero scienziato qual è Giorgio Palù, non esprimono certezze, ma servono ad alimentare da una base autorevole i tanti, troppi dubbi che hanno accompagnato questa ingarbugliata vicenda virale sin dall’inizio.

Pur non avendo mai provato particolare attrazione per le tesi complottiste, è dal febbraio del 2020 che mi pongo la seguente domanda: ammesso e non concesso che una grande potenza economica, alternativa all’Occidente sul piano dei valori democratici, avesse tentato di trarre un vantaggio strategico da una pandemia, che tipo di virus si sarebbe augurata di far “incidentalmente” circolare per il globo?

Non certamente un virus realmente mortale, così da mettere a repentaglio anche la sua stessa sopravvivenza. Bensì un virus con un basso tasso di letalità che, tuttavia, nell’ambito di una popolazione invecchiata e col mito del rischio zero fosse in grado di terrorizzarla oltre ogni misura.

In questo senso, l’attuale e apparentemente incomprensibile campagna terroristica contro i contagi, che sta avendo una impressionante recrudescenza in Cina, potrebbe rappresentare il colpo di coda di quella spettacolarizzazione terrorizzante la quale, oltre due anni fa, ha creato i presupposti per i nostri insensati ed autodistruttivi lockdown alla cinese. Lockdown che hanno visto l’Italia in prima fila sul piano dell’impazzimento che ha stravolto buona parte del mondo libero. Ovviamente queste ultime sono solo illazioni.

Claudio Romiti, 27 aprile 2022

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