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Wimbledon, cosa ci dice la sconfitta di Berrettini

Il tennista italiano esce tra gli applausi dagli ottavi contro lo spagnolo Alcaraz

Avrei preferito scrivere questo articolo commentando la vittoria del nostro Matteo Berrettini su Alcaraz; tuttavia ritengo che non tutte le sconfitte siano uguali e per certi versi, quella maturata agli ottavi di Wimbledon, più che una sconfitta, rappresenti a tutti gli effetti un punto fondamentale di ripartenza. E soprattutto è la dimostrazione che Berrettini è tornato e questa è la migliore risposta di un campione a coloro che troppo frettolosamente avevano decretato l’inizio della parabola discendente della sua carriera.

Il romano, considerato giustamente uno dei migliori tennisti italiani di sempre, si esalta sulle superfici veloci ed è sull’erba che riesce ad esprimere il proprio miglior tennis e dove ha scritto importanti pagine di storia. Nel 2021, probabilmente il suo anno migliore in carriera, ha conquistato la vittoria sull’erba del Queen’s, prestigioso torneo londinese che precede Wimbledon e spesso funge da “prova generale” per il torneo del Grande Slam; nello stesso anno, proprio a Wimbledon si è reso protagonista di una fantastica cavalcata che lo ha portato fino alla finale (primo e finora unico italiano a raggiungere l’ultimo atto di questo torneo) dove si è dovuto inchinare a Novak Djokovic giocando però per lunghi tratti alla pari con il fuoriclasse serbo.

Nel 2022, dopo la semifinale agli Australian Open persa con Rafa Nadal ha raggiunto il suo best ranking di sempre, issandosi al numero 6 della classifica ATP. Un intervento chirurgico alla mano lo ha costretto ad alcuni mesi di inattività (perdendo così la stagione sulla terra) ma al rientro ha conquistato successi prestigiosi nei tornei sull’erba di Stoccarda e del Queen’s dove ha bissato la vittoria dell’anno precedente. Si è presentato quindi a Wimbledon accreditato come uno dei favoriti per la vittoria finale ma purtroppo, a causa della positività al Covid 19, si è dovuto ritirare dalla competizione.

Da quella assenza forzata, il percorso di Matteo Berrettini è in un certo senso cambiato; una serie di problemi fisici lo hanno costretto a diversi stop dall’attività e gli hanno impedito di giocare con continuità, dovendo rinunciare a svariati tornei del circuito. Potendo giocare con il contagocce e spesso non riuscendo a difendere i punti conquistati in precedenza, il suo ranking ATP è progressivamente peggiorato fino ad arrivare alla soglia del numero 40 (attualmente è n. 38 della classifica).

Peraltro le premesse per l’edizione 2023 di Wimbledon non erano le migliori; l’ultimo torneo giocato da Matteo prima di Wimbledon era stato quello sull’erba di Stoccarda dove aveva perso malamente all’esordio in 2 set nel derby italiano con l’amico Lorenzo Sonego. Non essendo al top della forma Matteo ha deciso di rinunciare al Queen’s (che lo aveva visto vittorioso nel 2021 e nel 2022) per preparare al meglio il torneo di Wimbledon dove per ovvi motivi si presentava con molte incognite e stavolta certamente senza i favori del pronostico.

Quasi come uno strano scherzo del destino, il sorteggio mette di fronte al primo turno proprio Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego a meno di un mese dalla cocente sconfitta subita dal primo a Stoccarda. Il derby italiano si rivela avvincente con la variabile pioggia a complicare le cose; dopo il primo set vinto da Sonego al tie break, Matteo reagisce e riesce a ribaltare l’inerzia del match vincendo in rimonta al 4°. Al secondo turno Matteo si trova di fronte l’australiano De Minaur, testa di serie numero 15 e lo spazza via in 3 set senza neppure concedere un break. Al terzo turno ecco l’incrocio con il tedesco Zverev, testa di serie numero 19; il nostro portacolori vince il match ancora in 3 set, portando a casa 2 tie break ed anche in questa occasione non concede nessun break all’avversario.

Agli ottavi di finale l’incrocio è di quelli che fanno tremare le vene e i polsi; sulla strada di Matteo infatti vi è il fenomeno spagnolo Carlos Alcaraz, n. 1 della classifica ATP ed insieme a Nole Djokovic grande favorito per la vittoria finale. Il primo set vinto 6-3 dall’azzurro ci fa sognare l’impresa; poi gradualmente viene fuori lo spagnolo che con grande intensità e grandi colpi ribalta il match, chiudendolo al 4° con un triplice 6-3. Nonostante la sconfitta maturata sul campo, i motivi per sorridere in realtà ci sono. Era quasi impossibile prevedere prima dell’inizio del torneo che Matteo potesse arrivare fino agli ottavi con Alcaraz con questa solidità ed autorevolezza, tipica dei giorni migliori.

E soprattutto l’incrocio con il n. 1 spagnolo ci ha detto che Matteo è tornato ed è sulla strada giusta per rientrare tra i primi giocatori del mondo nonché essere nuovamente punto di riferimento soprattutto sulle superfici veloci. Questo è ovviamente un ottimo punto di ripartenza per il prosieguo della stagione che vede alle porte l’inizio dei tornei nordamericani sul cemento e che culminerà con l’ultimo Slam a New York; siamo fiduciosi sul fatto che Matteo, una volta recuperata la forma fisica e l’attitudine mentale alla vittoria, potrà chiudere questo 2023 in crescendo, risalendo gradualmente il ranking ATP e riportandosi nelle posizioni di vertice che gli competono.

E con un Matteo Berrettini tirato a lucido ed una squadra che può contare anche su Sinner, Musetti e Sonego, perché non sognare di riportare in Italia quella Coppa Davis che da ormai tanto, troppo tempo, ci sfugge.

Enrico Paci, 11 luglio 2023