Società

Addio, maschio bianco e occidentale

La guerra dei sessi: femministe contro l’uomo nel segno del politicamente corretto di genere. Che fine faremo?

uomo bianco femminismo © Изображения пользователя Yauhen Akulich tramite Canva.com

L’Occidente turbo-progressista è da tempo alle prese con una guerra dei sessi senza esclusione di colpi, tesa a stravolgere gli assetti della società riorientandoli verso i canoni della correttezza politica e dell’equità di genere.

In questa fase di epocali mutamenti e di totale sovvertimento della realtà, l’uomo (bianco) tende sempre più ad arretrare per cedere il passo all’inarrestabile avanzata del femminismo dominante. Quel che ne consegue è un innaturale capovolgimento dei ruoli, con il maschio sempre più timido e impaurito dinanzi all’ostilità di un genere femminile artificiosamente orientato verso l’acritica adozione dei precetti preconfezionati tipici del femminismo arcobaleno.

Ciò che deriva è una donna sempre sempre più femminista ma sempre meno femminile, inconsapevolmente mossa da una sfrenata esigenza di virilità. D’altra parte, si assiste a un progressivo e inesorabile svigorimento dell’uomo, ormai svilito dalla passiva accettazione di modi di vivere e norme comportamentali tese a snaturarlo, fino alla sua completa femminilizzazione.

Si materializza così una perversa inversione dei sessi, che spinge il maschio a devirilizzarsi sull’altare della correttezza di genere e ad accogliere passivamente un incontrastato e incontrastabile predominio femminile. Con due risultati: da un lato, l’irrefrenabile indebolimento del maschio occidentale, condannato peraltro ad accettare un’inevitabile condizione di subalternità culturale (ad esempio nei confronti dell’Islam); dall’altro, il totale snaturamento di una donna molto femminista ma poco femmina.

Ciò detto, si presti attenzione: quanto appena asserito non risponde affatto a una banalissima necessità di voler affermare un modello di società patriarcale volto alla sottomissione del genere femminile al dominio maschile. Né tantomeno equivale a negare la sacrosanta e indiscutibile emancipazione della donna. Ma si badi bene: una cosa è l’emancipazione femminile, un’altra è il monopolio. Poiché, è esattamente ciò che l’universo progressista vorrebbe imporre nel mondo occidentale: l’incontrovertibile monopolio femminista a scapito del genere maschile, relegando così l’uomo ai margini. Altro che patriarcato. Il maschio bianco è già fin troppo fiacco, marginalizzato e assoggettato, suo malgrado, ai severi canoni del progressismo politicamente corretto. E ciò che viene propagandisticamente spacciato per patriarcato altro non è se non perdita di centralità, paura, insicurezza.

Ragion per cui, ciò che sarebbe auspicabile aspettarsi sarebbe un convinto ritorno del genere maschile alla sua primordiale virilità, con annessa disancorazione di quello femminile dai rigidi precetti del femminismo progressista nemico della femminilità. Patriarcato? No. Becero maschilismo? Neppure. Piaccia o meno agli apostoli della correttezza politica di vario colore, ordine e grado.

Salvatore Di Bartolo, 27 dicembre 2023

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