Eliminare la CO2 dal trasporto aereo entro il 2050 è possibile, ma occorrono un percorso a tappe e un saggio mix tra ricorso ai nuovi bio-carburanti, aiuti alla ricerca e un corretto assetto normativo: a ribadirlo è Aeroporti di Roma (AdR), cui fanno capo gli scali di Fiumicino e Ciampino, sulla scorta di uno studio del Politecnico di Milano presentato oggi nell’ambito del primo congresso del “Patto per la decarbonizzazione del trasporto aereo“. Si tratta dell’osservatorio – con il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica, del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e dell’Enac – che vede schierati numerosi player industriali, stakeholder istituzionali ed esperti accademici coordinati dal Politecnico di Milano. Malgrado la centralità della sfida, l’Italia “non sembra mettere davvero al centro il tema della lotta ai cambiamenti climatici. Ma il problema esiste, si aggrava e le scadenze sono chiare. Non dobbiamo rischiare di perdere altro terreno”, ha incalzato l’amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Marco Troncone.
Un settore strategico per il Pil
Rendere il trasporto aereo, cui oggi si deve il 2% delle emissioni globali, sempre più green è fondamentale nella lotta al clima. Si tratta, infatti, di un settore chiave per la ripresa, con importanti ricadute sia come volano del commercio e dell’industria turistica sia sul fronte dell’innovazione e del lavoro. “Il trasporto di lunga distanza consente di mettere in relazione popoli, luoghi, culture molto diverse, ed è fondamentale per delle società moderne che vogliono lo sviluppo economico e civile del nostro mondo. Ecco perché è indispensabile elaborare un percorso serio e rigoroso, sulla base di solide fondamenta scientifiche”, ha aggiunto Claudio De Vincenti, presidente di Aeroporti di Roma, rimarcando l’importanza strategica del “Patto”.
Gioco di squadra per vincere
Per centrare l’obiettivo anche le istituzioni devono però fare la propria parte, perché servono misure che spaziano dagli aspetti normativi a quelli tecnologici per la produzione di carburanti, dalle infrastrutture alla intermodalità. Insomma, è la stessa prospettiva che va ribaltata, introducendo politiche che, anziché basarsi su misure restrittive, consentano lo sviluppo del trasporto aereo con un percorso certo e obiettivi chiari. Se questo non avverrà il rischio è quello di arrecare uno svantaggio competitivo al settore, con perdita di connettività e spostamento del traffico su hub extra-europei. Ecco perché, ha sottolineato Troncone, è cruciale avere un quadro normativo che consenta “l’espansione del trasporto aereo con obiettivi vincolanti e realizzabili per step: Fitfor55, Taxonomy, sostegno a realizzazione impianti di produzione di rinnovabili, ricerca e sviluppo, innovazione, intermodalità”.
Le tappe della decarbonizzazione
Gli esperti sono certi che, perlomeno in questa prima fase, il bio-fuel SAF (acronimo di sustainable aviation fuel) sarà infatti centrate per abbandonare i carburanti tradizionali. Di conseguenza l’invito è varare misure ad hoc per garantirne una produzione sostenibile e riserve idonee. La sfida di medio lungo termine resta però quella della elettrificazione e dell’idrogeno. E’ quindi necessario: favorire la costruzione di impianti di energie rinnovabili negli scali, applicando il modello PNRR; supportare la ricerca e lo sviluppo di vettori energetici alternativi per la propulsione degli aeromobili (idrogeno e l’elettrico). Servono inoltre interventi infrastrutturali per favorire l’intermodalità treno-aereo a sostegno dei voli di medio-lungo raggio e l’utilizzo di mezzi di trasporto green per raggiungere gli aeroporti. A livello di regole, infine, sarà bene incentivare le azioni di assorbimento di CO2 dall’atmosfera (carbon removal), istituire il Registro nazionale delle Compensazioni con modalità di calcolo rigorose ed evitare nuove tasse che graverebbero sul trasporto aereo, con ricadute su una clientela peraltro già messa a dura prova dalla fiammata dell’inflazione innescata dalla guerra in Ucraina.
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