Politica

“Agente sionista”. Nicola Porro schedato dai comunisti

Il cuoco di questa nostra Zuppa appare nella lista di proscrizione dei filo palestinesi. Nel mirino anche Mentana, Cerasa e Sallusti

Siamo stati schedati. Il nuovo Partito Comunista Italiano ha pubblicato su internet un volantino che raccoglie i nomi di varie personalità – tra cui politici, giornalisti, intellettuali e imprenditori – etichettati come sostenitori di Israele. Tra questi spiccano figure di rilievo come John Elkann, Ester Mieli e Gabriele Albertini, oltre a numerosi giornalisti e influenti esponenti del mondo culturale e imprenditoriale. Tra cui, appunto, Nicola Porro.

Il sito del partito fornisce una spiegazione dettagliata per questa pubblicazione, affermando la necessità di combattere contro ciò che definisce “organismi e agenti sionisti operanti in Italia”. Secondo il partito, questa azione non solo andrebbe a favore del sostegno alla resistenza palestinese ma contribuirebbe anche a liberare il paese dall’influenza degli imperialismi, menzionando specificatamente la sfera di influenza Usa-Nato.

Clicca qui per leggere il delirante volantino

Alcune settimane fa, forse lo ricorderete, chef Rubio aveva pronunciato delle vergognose minacce contro Mentana, David Parenzo e altri. Minacce che su questo nostro sito avevamo denunciato con forza. Il comunicato, invece di prendere le distanze dalle parole di Gabriele Rubini, mette nel mirino “pennivendoli, avvocati e traffichini vari” accusati di essere “a libro paga dei vari organismi della criminale entità sionista”.

La reazione a questa iniziativa non si è fatta attendere, con Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che ha espresso preoccupazione per il riemergere di pratiche assimilabili a “liste di proscrizione”. Egli ha inoltre criticato duramente il Partito Comunista Italiano per aver mirato contro coloro che esprimono sostegno allo Stato di Israele. Anche Giovanni Donzelli, deputato e figura di spicco all’interno di Fratelli d’Italia, ha rilasciato dichiarazioni forti, ritenendo inaccettabile un simile incitamento alla violenza.

Articolo in aggiornamento