Dice la massa pseudosolidaristica che fa capo al Pd: quante storie per una sentenza (che “risarcisce” i clandestini della Diciotti) valevole una sola volta e per un singolo caso. E conclude: chi la discute è il solito razzista tinto di nero. La ghenga affarista del Pd mente sapendo di mentire: in ballo c’è il principio e c’é il precedente, da applicare infinite volte, a dire un viatico per ancor più contro-colonizzazione, e insieme l’ennesima provocazione alla Meloni. Checché ne dica il nuovo presidente della ANM militante, uno che subito ha preso a girare, a piacersi come la Chiara Ferragni dei tempi d’oro, la faccenda è strumentale ed è di sistema: ai clandestini da 41 a 72mila euro di risarcimento, per cosa non si é capito, all’egizio aspirante omicida un vassoio di impunità da spendere in prospettiva di nuovi crimini. Ma sì, ricordate? Il balordo che pochissimo tempo fa, tre mesi appena, aveva accoltellato un capotreno che gli chiedeva il biglietto: mai entrato in galera, ne esce praticamente senza passare dal (foglio di) via, come al Monopoli.
Fares Kamel Salem al Shahhat, 21 anni, ammesso al patteggiamento che lo lascia libero come l’aria, libero di delinquere ancora e magari la prossima volta con maggiore, definitiva efficacia; a leggere le cronache di quel giorno si è presi come da una vertigine, la vertigine della paura e dello sconforto per un Paese che fa acqua da tutte le parti, che cola allegramente a picco: “Il giovane, che viaggiava su un treno regionale insieme alla sua fidanzata, minorenne, era stato scoperto senza biglietto, così come la ragazza, ed erano stati invitati a scendere. La ragazza avrebbe sputato in faccia al capotreno, e lo avrebbe colpito in volto, sia a bordo del convoglio, sia a terra, nella stazione di Rivarolo, dove i due erano scesi insieme al capotreno. La posizione della fidanzata è affidata al Tribunale dei minori. Proprio sulla banchina, Fares Kamel Salem al Shahhat ha accoltellato Rosario Ventura e poi è scappato. Venne rintracciato in breve tempo dai carabinieri, perché la scena si svolse davanti a moltissimi testimoni: venne arrestato. Ventura venne curato all’ospedale Villa Scassi con 18 punti di sutura e dimesso con una prognosi di 14 giorni”.
Delirante che tanto sia accaduto, peggio che delirante, manicomiale che non venga assolutamente sanzionato: ma è quanto riesce a fare il nostro potere giudiziario. Questo non è sistema, non è un modo organizzato dalla magistratura per fare ingiustizia e provocazione militante? Come a dire: dannatevi pure, se volete, ma sulla conquista delle città italiane ad opera dei balordi transfughi l’ultima parola è la nostra. I sindacati poi possono fare gli scioperi che vogliono fra il demenziale e lo strategico, visto che accusano genericamente l’insicurezza ma guardandosi bene dall’attibuirla ai responsabili: almeno due su tre pendono a sinistra e in particolare la Cgil ha una coda di paglia chilometrica. Ma a girare sui treni ci si sente effettivamente in balia, se uno si mette a fare l’eroe può pagarla anche molto cara. Ma come restare indifferenti allo spettacolo dei balordi etnici che aggrediscono, insultano le malcapitate in divisa? E la casistica delle facce spaccate, dei denti rotti, delle coltellate si allunga ogni giorno senza distinzione per il sesso delle vittime. Anzi le donne più prese di mira nell’attitudine criminale che si mescola al disprezzo culturale, religioso.
Un tentato omicidio a seguito di preesistenti reati vale una multa teorica di 1000 euro e due accorate lettere di scuse buttate giù dall’avvocato: siamo alla provocazione scoperta, alla sfida aperta, alla militanza rivendicata. Siamo anche all’esplicito sdoganamento se non teorizzazione del crimine anarcoide balordo che lancia un messaggio preciso: gli italiani indigeni e bigotti smettano pure di preoccuparsi, di latrare tanto nessuno li tutela e noi togati meno di tutti. Il sistema antistatale parte dallo Stato, l’andazzo anticostituzionale dai custodi della Costituzione e si legge nelle continue sentenze e iniziative all’apparenza slegate: due maranza milanesi dopo uno scippo fuggono all’impazzata su uno scooter con cui rischiano o tentano di far fuori chi incontrano ma essendosi ammazzati fra loro ci vanno di mezzo gli incauti carabinieri che si sono azzardati ad inseguirli, incauti perché non avendo capito l’antifona vanno rieducati con l’ombra della galera e comunque della persecuzione. Gli va fatto capire cosa possono e non possono fare e quello che proprio non possono permettersi é di seguire la legge, di punire o inseguire chi la viola, é il loro lavoro come dicono il sindaco piddino e l’ex capo della polizia che cerca la candidatura piddina. Muoia Sansone! All’accoltellatore di un povero cristo in divisa da ferroviere il tappeto rosso, al Nigeria che ammazzò a cazzotti e pietrate la sventurata Iris Setti che andava a soccorrere la madre invalida l’ergastolo ma nella rabbia schiuma dei trafficanti sociali, degli umanitaristi piddini e forse anche di quella procuratrice che dell’assassino si diceva affascinata, “con quel corpo dovrebbe fare la boxe o le sfilate”. E nessuno l’ha chiamata a rispondere di un simile osceno commento.
Max Del Papa, 10 marzo 2025
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