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Diciotti, migranti ingrati: l’Italia vi salva e ci portate in tribunale?

L’assurdità della sentenza della Cassazione sta tutta nel non detto: sbarcare nel Belpaese ora è diventato un diritto

Viviamo proprio in un mondo strano, un mondo al contrario qualcuno direbbe. Avete presente il caso della nave Diciotti? Immagino di sì, ma rinfresco la memoria ai più distratti: è il 18 agosto del 2018, la nave Diciotti della guardia costiera soccorre e salva la vita a 177 migranti naufragati nel Mediterraneo, però non li fa sbarcare subito, perché viene impedito dall’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Sbarcheranno il 25 agosto, nove giorni dopo, c’è a chi andò peggio (vedi caso Open Arms), eppure quei nove giorni sono stati sufficienti per incappare in un terribile danno morale, danno per cui verranno risarciti dal governo, come stabilito dalla Cassazione.

Lungi da me sminuire, ironizzare, fare del sarcasmo o mettere in discussione il danneggiamento morale che hanno sicuramente subito questi poveri disgraziati. Forse però se decidi di partire con un trafficante di esseri umani su un barcone dovresti sapere a cosa vai incontro, e se lo Stato italiano ti salva la vita e ti fa aspettare nove giorni sulla nave della guardia costiera perché siamo già pieni di clandestini e non sappiamo dove metterli, ecco forse non è carino citarlo in giudizio.

Anche se dubito fortemente che un eritreo appena sbarcato abbia in cima alla sua lista delle cose da fare un processo contro il governo, poi può anche essere, ripeto, viviamo in un mondo strano, però viene più facile pensare che ci sia dietro l’indottrinamento di qualcun altro.

Ad ogni modo, la vera vergogna di questa sentenza è il messaggio che porta con sé, ovvero che sbarcare in Italia sia un diritto, diritto per il quale vieni anche risarcito se non ti viene garantito entro nove giorni, io appartengo ancora a quella fetta di popolo che pensa che il nostro Paese sia qualcosa che va meritato.

Massimiliano Bertagna, 9 marzo 2025

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