Politica

Albania, Ferrara smaschera toghe e sinistra: “È peggio di un complotto”

L’Elefantino (critico con Meloni) prende a randellate l’opposizione incapace di fare un ragionamento logico sull’immigrazione

ferrara centri migranti

Giuliano Ferrara non è un tifoso del governo Meloni. Non lo è mai stato, come il Foglio. E allo stesso tempo non è un fan del “piano Albania” ideato dalla premier per disincentivare le partenze dall’Africa dirottando i migranti in buona salute, adulti e maschi verso il suolo albanese in attesa della validazione delle richieste di asilo. Eppure è convinto che da parte dei giudici e della sinistra ci sia peggio di un complotto, ovvero “un pregiudizio di schieramento” verso il centrodestra che, per paradosso, gli consegna una crucialità protettiva e una stabilità quasi coatta” altrimenti inimmaginabili.

Ferrara, sia chiaro, ritiene che l’impresa albanese non abbia logica. “Non per i soldi, come dicono quei dementi dell’opposizione, perché ogni quattrino speso per regolamentare l’immigrazione illegale in origine è ben speso – scrive – Non per ragioni umanitarie, perché le cose nel centro albanese sono state fatte bene, e ci mancherebbe. Non per ragioni politiche, visto che la linea di Meloni sull’immigrazione è un tentativo, per giunta di richiamo e senso in Europa (Ue), di allontanarsi da demagogie pericolose”. E neppure per ragioni umanitarie, visto che “non è un rimpatrio forzato”, non è “una deportazione”, ma “uno screening” che avviene “nelle stesse condizioni e allo stesso titolo in un centro collocato sul suolo nazionale italiano”. Una “soluzione civilissima”, solo che per Ferrara non avrà quell’effetto deterrenza sperato da Meloni&co.
“Se fuggi da una situazione di grave pericolo, e ti candidi al ruolo di asilante, l’Albania con giurisdizione italiana non è l’esclusione dall’Europa, ma la porta o una porta per l’Europa – spiega – Qualcuno a un certo punto spiegherà come sia possibile che le cose siano messe altrimenti”.

Ciò che però Ferrara nota è soprattutto “la totale incapacità degli avversari di Meloni a capire il fondo del problema, a dare una mano invece di imbastire una campagna forsennata contro le spese inutili e contro un progetto di soluzione, di cui non si capisce la ratio, ma che ha fatto strada a Bruxelles e che nasce da uno sforzo di buona volontà”. Invece di combattere i centri albanesi su un piano logico, dice l’Elefantino, l’opposizione preferisce rifugiarsi nella “solidarietà con la magistratura più ottusa, connessa ora con organi di diritto internazionale che hanno dato prova di sapersi motivare e muovere solo in una certa direzione, dannando capi di governo in guerra di autodifesa e assolvendo agenzie dell’Onu che ospitano ostaggi di terroristi e predoni”. Ogni riferimento alla Corte Ue e alla Cpi non è puramente casuale.

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