Politiche green

Alluvione in Romagna, il maxi studio che smentisce i climatisti

Lo studio che dimostra come non si possa collegare l’alluvione in Emilia-Romagna ai cambiamenti climatici

Ci mancavano le patenti di legittimazione anche sul tema del cambiamento climatico. Ebbene sì, dopo le tre settimane di pioggia che hanno determinato il disastroso alluvione in Emilia-Romagna, ora è il World Weather Attribution – un istituto formato da scienziati di tutto il mondo, che verifica la correlazione sussistente tra eventi estremi naturali e cambiamenti climatici – a sbugiardare la narrazione mainstream: non si può dire con certezza che l’alluvione romagnolo sia stato causato dal climate change e dall’uomo.

Lo studio sull’alluvione in Emilia-Romagna

Un vero e proprio smacco che, però, non ha placato i pasdaran ansiogeni del green. Ed è il caso di Ferdinando Cotugno, giornalista del Domani, il quale ha riportato lo studio evidenziando il rischio di come esso possa essere strumentalizzato “in un Paese dove il negazionismo nei media ed in politica ha ancora tanto spazio e legittimità”. Insomma, avete capito bene: si tratta del solito paper che tratta gli italiani come un popolo di minus habens, cercando di far passare il concetto che, in fondo, anche il disastro naturale in Emilia-Romagna sia comunque incolpabile all’essere umano. Nonostante gli scienziati internazionali – che avevano, in caso contrario, correlato l’alluvione in Germania dell’estate scorsa ai cambiamenti climatici – non lo possano affermare con sufficiente certezza.

Per approfondire:

“Le colpe dell’uomo”

Nessuno mette in discussione l’esistenza di un cambiamento climatico, si badi bene. Ma il punto è determinare se e fino a quanto l’uomo risulta essere responsabile all’interno di questo processo. Il Domani, a differenza di chi scrive, sembra già avere delle verità assolute, dei dogmi che non possono essere scalfiti. Ed ecco che ci si attacca alla poca capacità di calcolo di questa ricerca. Un paradosso incredibile. Nel caso concreto, infatti, lo studio non sarebbe attendibile in quanto poco preciso; l’estate scorsa, però, quando il gruppo di scienziati correlò con lo medesime modalità gli eventi naturali tedeschi al cambiamento climatico, ecco che la ricerca venne a dir poco santificata. Il classico esempio letterale di doppiopesismo, affiancato ad un certo tono vittimistico: “Perché qui (in Italia) è sempre più difficile avere un dibattito sulla scienza e sulla sua complessità”.

Eppure, ciò che trascura il giornale di De Benedetti è il punto centrale, ovvero che l’alluvione è – guarda caso – avvenuto in una pianura alluvionale, dove il rischio geologico è massimo. Da qui a dire che la responsabilità dell’essere vivente è la causa dei grandi eventi naturali (alluvioni, tsunami, eruzioni vulcaniche, ecc) ce ne passa. E anzi, si tratta di fenomeni che non possono essere evitati dall’uomo, ma – nei migliori casi – solo ridotti nella loro portata. La ragione è banale: l’essere umano non è al centro dell’universo, in una condizione di eterno illuminista, capace di prevedere e gestire i fenomeni di portata naturale. Rimane sempre la Terra a comandare.

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