Politica

Altro che G-Day. Oggi muore la libertà - Seconda parte

E allora, per cortesia, che non ci vengano a spiegare cos’è la libertà. Che non si facciano scudo col principio secondo cui “la libertà personale finisce dove inizia quella degli altri” per poter così giustificare le loro imposizioni. No, la mia libertà, idealmente è infinita perché viene prima di qualsiasi norma politica, sociale o morale e di certo non termina laddove iniziano le paure degli altri. La mia libertà è sacra e non può essere violata o barattata. Io sono un individuo libero e non un suddito. Non impongo nulla e voglio che non mi sia imposto nulla. Questa è la vera libertà.

La libertà sono quegli uomini che sono morti sulle spiagge della Normandia. Quelli che hanno sacrificato le loro vite per liberarci dalle mostruosità della tirannide. Proprio quando in Europa la maggioranza delle persone aveva fiducia nello Stato come massima espressione del “bene comune”. Ebbene sì, la libertà la dobbiamo non agli stati ma agli individui liberi che rischiano il proprio collo per difenderla. A quelli che sanno davvero che cosa sia. Che non la deformano con le lenti dell’ideologia e della convenienza politica. Come gli angloamericani che dicono “freedom” e celebrano il “freedom day” contro il virus. E mai si sognerebbero di introdurre il green pass e festeggiare il G-Day. Perché da quelle parti, fortunatamente, la libertà è ancora una cosa seria.

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