C’è un limite alla mancanza di limite? Nella duplice dimensione del narcisismo patologico della società dell’apparenza e della sedicente informazione che lo alimenta. C’è un limite all’esagerazione di influencer, tuttologi, innamorati di se stessi che su tutto si esprimono ritenendo di tutto padroneggiare in modo andante, a istinto, ad estro? No, non c’è. Cosa c’entra, per dire, una biologa o virologa con le scienze sociali e comportamentali del corteggiamento? C’entra, si potrebbe dire, nella misura in cui serve a rispolverarsi, a riproporsi sapendo che la caduta di attenzione è sempre in agguato, che se uno non interviene ogni santo giorno sulla qualunque, rischia l’oblio.
L’intervista del Corriere Veneto alla scienziata Antonella Viola, data per vicina ai grillini, ai piddini, ai “movimenti”, si presta, usando un pretesto leggiadro, il corteggiamento, più o meno molesto, con annesse pronunce del Tar: ne esce la solita operazione comunicativa allucinante, in cui le domande di chi intervista sono le seguenti: “Cosa intende?”, “Cioè?”, “Quale?”. Formule lubrificanti, che chi è del mestiere conosce bene, per agevolare un monologo surrealista infarcito di passaggi dall’ovvietà disperante, quel buon senso tautologico, l’acqua calda del «al giorno d’oggi se una donna è interessata a ricevere un corteggiamento non ha alcun problema ad accettare le avances o a corteggiare a sua volta. Quindi se esprime disagio o allontana il corteggiatore significa che non è interessata e chi continua a manifestare interesse sta abusando del suo spazio».
Viola, come gli altri, come tutti, si mette in scia al banalismo woke contorto o criptico, «Ricordiamoci che il corteggiamento è un processo interattivo, una relazione a due, non un passaggio univoco. L’idea che ci sia una persona attiva e una passiva è vecchissima e superata». Ricordiamoci. Niente che i vecchi non abbiano tramandato nei secoli dei secoli con le parole povere ma vere, oneste, della civiltà elementare: quella non ci sta, non ci vuole, lasciala perdere, non darle fastidio. Che nella sviolinata violesca si complica ad arte: «Non esiste e non è sana una relazione in cui c’è un/a corteggiante e una persona passiva che riceve le avances. Il corteggiamento è un processo che prevede sempre due ‘movimenti’. Succede per gli animali, figuriamoci per gli esseri umani. Se una donna è interessata non ha nessun problema a dimostrarlo, non siamo nel Medioevo. C’è chi lo dice direttamente, chi lo fa capire. Di sicuro disappunto, nervosismo e fastidio sono segnali che devono far interrompere il corteggiamento. Ci dev’essere l’intelligenza di fare un passo indietro di fronte ad un atteggiamento sgradito. Tanto più in una situazione come questa».
Cacofonico, stralunato, ma al mercato del fatuo sta bene, suona bene. Uno dei grandi mali dell’informazione attuale è che non è informazione, è al 99% comunicazione ovvero pubblicità, marchette, ci fanno anche i festival che le teorizzano, chiamati con pudore arcano “brand journalism”, ma la sostanza non cambia: un continuo riempire i giornali del niente autopromozionale di vippetti e personaggi che non rinunciano al flatus vocis, alle scoperte dell’acqua calda: «Stiamo parlando di un corteggiamento sul luogo di lavoro. Lì le cose si complicano. Banalmente, anche se avesse voluto la ragazza del bar in questione non avrebbe potuto evitare di frequentare quel posto, visto che ci lavorava. Se un corteggiatore diventa invadente e porta la sua presenza costante sul luogo di lavoro pur evitando atteggiamenti offensivi e pericolosi secondo me sta commettendo un atto violento».
Also sprach Antonella. Anche antropologa, Viola! Perché poi tutti, virologi, comunicatori, marpioni, prezzolati putiniani in pretesa di filosofi, debbano riempire l’atmosfera del loro gas, di gran lunga più letale della CO2 che di danni non ne fa, che nutre le piante e di conseguenza la vita, andrebbe chiesto a chi i giornali li compone, li edita, li crea, anche se non li vende più. Ma come pretendere di coinvolgere i lettori se metti in pagina una virologa telegenica che da tre anni si produce su tutto e il contrario di tutto, dai virus alla questione mediorientale, dall’alimentazione all’Unione Europea, dalle crociate contro la enogastronomia nazionale, il vino, la carne naturale, a beneficio di quella sintetica, al clima, l’ambiente, il disarmo, i migranti, fino al rituale del corteggiamento, dell’eterno gioco di attrazione fra i sessi?
«Non stento a credere che comportamenti di quel tipo possano essere stressanti. Anche se in quel caso non si poteva parlare di stalking, anche se non ci sono stati comportamenti volgari o frasi oscene la ragazza può esserne stata disturbata. Il problema più grave però è un altro». Quale? «Al di là del singolo fatto di cronaca e delle decisioni del Tar nel merito delle quali non entro è un problema di visione e di approccio. L’attrazione non si può imporre, le persone sono attratte da meccanismi complessi e difficilmente spiegabili. Quella che viene considerata ‘possibile’ davanti al rifiuto è una visione paternalistica e vecchia in cui il corteggiante (spesso l’uomo) può e deve fare di tutto per ottenere quello che vuole. Nessun uomo deve pensare di dover ‘fare la ruota’ come il pavone. Le donne sono in grado di scegliere. E le loro scelte vanno rispettate anche quando non piacciono».
Come Viola, intendiamoci, tutti, colleghi e no. Ma ormai sono tutti colleghi, improvvisatori dall’intelligenza artificiale “che move il sole e l’altre stelle”. Instancabilmente garruli, in posa perenne, a Sanremo o su una copertina, sia fisica dei quanti o il concerto di Taylor Swift. Un rumore di fondo senza significato e senza senso, ma pur che continui, che stordisca, che riempia la testa di formule vacue. Questi sono gli stessi che ci avevano garantito la bontà dei vaccini, la totale efficacia, la assoluta mancanza di effetti negativi. E poi sono passati, con la disinvoltura di Tamberi, al salto in alto, o della quaglia, sullo scibile universale. Chissà se nello stress della ruota del pavone, quanto a dire la dinamica attivo/passivo che scade nello stalking, sta anche l’eterno corteggiamento della politica verso il virologo, o del virologo verso la politica.
Max Del Papa, 11 dicembre 2024
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis)