Salute

Digiuno intermittente, ops: uno studio smentisce la Viola

Ma l’immunologa su Facebook si difende: “Aria fritta: siamo di fronte ad una notizia poco attendibile”

antonella viola digiuno © everydayplus tramite Canva.com

Antonella Viola, una delle “virostar” più in vista durante il pasticciaccio brutto della pandemia, al pari di tanti suoi colleghi della scienza medica dai precetti incontrovertibili, ha pubblicato una serie di libri. Uno di questi riporta un titolo che è tutto un programma: Il Digiuno Intermittente – Tutti i benefici dell’alimentazione circadiana.

In sostanza, la teoria circadiana si basa sul presupposto di ottenere un grande beneficio per la salute, mangiando durante il giorno e digiunando la notte. Secondo la versione più umana della stessa teoria, le ore di completa astinenza alimentare si limiterebbero a 12. Tuttavia la Viola teorizza che l’optimum per allungare la vita dovrebbe circoscrivere il periodo dei pasti a 7/8 ore al giorno.

Solo che, nella sua successiva opera letteraria, la nostra confessa di non essere riuscite a seguire alla lettera questo suo precetto imperativo: “Nel mio caso – scrive – se smetto di mangiare alle 16, a mezzanotte sono con gli occhi aperti e mi vengono i crampi allo stomaco. E l’insonnia – bontà sua – fa molto peggio del mangiare. Quindi io ho modificato la dieta cenando verso le 19,30, saltando la colazione e pranzando verso le 13.” Ma suo marito invece sembra rispettare il dogma, smettendo di mangiare alle quattro del pomeriggio fino alla colazione del giorno successivo.

Ora, io che seguo da sempre uno stile di vita abbastanza spartano, anche a causa di una fastidiosa esofagite da reflusso, a tutta prima mi sembra di intravedere in questa bizzarra dieta qualcosa di molto vicino alla famosa corazzata Potemkin di derivazione fantozziana. D’altro canto, come confermato dalla stessa virologa star, i nostri nonni ci hanno tramandato il detto secondo cui “chi va a letto senza cena tutta lo notte si dimena.”

Ma a parte il nostro vasto repertorio di saggezza popolare che la Viola e molti suoi colleghi hanno letteralmente stracciato, sostenendo le misure più insensate durante il periodo delle restrizioni sanitarie, un corposo studio presentato dall’American Heart Association ha fatto letteralmente a pezzi il digiuno intermittente, sostenendo che questo tipo di stile alimentare aumenterebbe il rischio di morte per eventi cardiovascolari.

A quanto pare, sono state esaminate le abitudini alimentari di circa 20mila soggetti. Dopodiché sono stati presi in esame i database del Centers for disease control and prention e messi a confronto con i decessi avvenuti negli Usa. Il risultato sembra dimostrare un significativo aumento del rischio di morte. In pratica, risulta che il digiuno per 14 ore nelle persone che soffrono di cuore farebbe crescere la possibilità di un infarto o di un ictus dagli esiti letali.

Per l’immunologa lo studio si tratterebbe di “aria fritta”. La Viola su Facebook ha definito il tutto una banale “comunicazione senza dati presentata a un congresso” e ha sottolineato alcune incongruenze. “Prima di tutto, per ammissione stessa dei ricercatori, si parla di dati riportati dalle persone (quindi non controllati) e riguardanti soltanto due giorni – scrive l’immunologa – A questo va aggiunto che non c’è alcuna informazione circa il tipo di alimentazione: vuol dire che potremmo trovarci nella condizione di paragonare un salutista vegetariano che mangia frutta, verdura e legumi per 12 ore al giorno con una persona che salta tutti i pasti e mangia un paio di hamburger, patatine fritte, coca cola e gelato a fine giornata”. Inoltre non è dato sapere” se e quali partecipanti allo studio fumavano, consumavano alcolici e in che quantità, se facevano attività fisica e di che tipo, se soffrivano di insonnia o riposavano bene, tutti fattori che hanno un impatto enorme sulla salute”.

Tuttavia Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto ricerche farmacologiche Mario Negri, secondo il quale, commentando lo studio citato, si è così espresso: “Sappiamo che, oltre a far dimagrire, il digiuno intermittente migliora la sensibilità all’insulina e il metabolismo, riduce l’infiammazione, abbassa il colesterolo e la pressione del sangue in chi ce l’ha alta. Questi però sono gli effetti a breve termine: possono durare qualche mese, forse un anno. E poi? Questo studio – sottolinea Remuzzi – è importante perché l’idea di limitare entro poche ore l’assunzione del cibo sta diventando molto popolare da noi e dappertutto, ma a lungo termine può fare male, anche a chi è malato di cuore o ha un tumore. Ci si potrebbe chiedere se il digiuno intermittente protegga da malattie dovute ad altre cause, ma secondo i ricercatori non è così; insomma, alla lunga non sembra dare alcun vantaggio”.

D’altronde, secondo un celebre motto della Scolastica medievale, in medio stat virtus in tutte le cose umane. Ciò significa che è ragionevole ritenere che, insieme ad una costante attività motoria, una sana alimentazione debba sempre basarsi sul controllo della qualità e della quantità delle cose di cui ci nutriamo. Insomma, a quanto pare, dopo quello dei vaccini sperimentali, il nuovo elisir di lunga vita sponsorizzato dalla Viola ha ottenuto una autorevole, sonora bocciatura senza appello.

Claudio Romiti, 27 marzo 2024

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