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Benigni a Sanremo, il trionfo dell’Italia cattocomunista - Seconda parte

Lo stravolgimento di Dante, che a ogni studioso del sommo poeta provoca una caduta  dalla sedia, e la  annessione alla Italia post comunista di un poema politicamente reazionario, stracolmo di passione, violenza e fede vera (tutto ciò che manca alla Italia post comunista) rappresenta bene il finto coltismo della sinistra, che vorrebbe misurarsi con i temi fondamentali e le cose ultime ed essenziali ma, essendo priva di categorie e di sguardo in profondità, si riconosce nella letteratura posticcia degli Eco, degli Scurati, dei Carofiglio, delle Murgia, persino dei Volo, oppure si affida a Benigni come volgarizzatore del nulla.

Si potrebbe continuare a lungo con i paralleli. Ma non vogliamo annoiare il lettore anche perché avrà capito che a noi, per parafrasare Giovanni Amendola, questa Italia di Benigni proprio non piace. Anzi, ci fa un po’ ribrezzo.

Marco Gervasoni, 7 febbraio 2020

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