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ESCLUSIVO

“Boni, state bboni!”. Cosa si sono detti davvero al vertice sul salario minimo

Il racconto dell’inutile incontro a Palazzo Chigi. I dialoghi tra i leader

meloni salario minimo

Come era facile immaginare, il tanto pompato vertice sul salario minimo in programma a Palazzo Chigi, a poche ore dalla pausa ferragostana, non ha cavato un ragno dal buco. Noi però, grazie a una talpa sapientemente infiltrata a Palazzo Chigi, siamo in grado di riferire gli autentici dettagli di un confronto duro, serrato, a tratti addirittura crudo tra le forze di governo e le opposizioni. Ecco la trascrizione dei momenti salienti, voce per voce.

Entrano alla spicciolata, prendono posto, il premier Giorgia Meloni introduce la discussione: “Allora, chi vuole cominciare qui?”.

Prende la parola Elly Schlein: “Io, per me, ‘sta storia del salario minimo a 9 euro non me la sogno proprio, non contate su di me. Che già mi tocca pagare 30 euro l’ora quell’altra fenomena che mi sbaglia tutti gli accostamenti cromatici”.

Salvini, allibito, in collegamento: “Scusa Elly, ma se sei stata proprio tu a vantarti di…”

Schlein: “Ma sì, ma sì, lo so, e che potevo dire? Già mi rompono i coglioni perché sono ricca, ti pare che potevo far finta di niente? Però guardate, io ve lo dico: se mi fate ‘sta carognata vi scateno contro la magistratura eh! Patti chiari! Che poi me l’ha detto anche la Cirinnà: ‘Guardate che è una cazzata micidiale! Gli date 9 euro l’ora e i servi non si fermano più! Dopo vogliono di tutto, le ferie pagate, il giorno di riposo, gli straordinari, mettono in mezzo la Cgil, a me l’altra volta quella sguattera di filippina mi ha piantato proprio alla vigilia di Ferragosto e minacciava di farmi una vertenza. Fortuna i soldi usciti dalla cuccia del cane, ma ho dovuto pagarle tutti gli arretrati! Però non ci casco più eh! Adesso col ristorante civile metto in chiaro subito: solo migranti in fuga dai cambiamenti climatici: un piatto di legumi inclusivi, e via andare. Oh, e che davvero qui salario minimo, garanzie e famiglia? Che vita di merda!”.

Giuseppe Conte: “Sì però a non dargli proprio niente pare brutto, diventa, come dire, un profitto ingiusto…”.

Donna Giorgia: “Allora lo tasso! Dove c’è un ingiusto profitto io lo mazzulo subito!”.

Adolfo Urso, detto Urss: “Brava! Così si fa!”.

Riccardo Magi, + Europa: “Sono d’accordo!, ci vogliono più tasse, me l’ha detto anche Soros”.

Donna Giorgia: “Ma siete degli ipocriti però. Poi provate a dire che la Buonanima non aveva ragione: tutto nello stato, niente al di fuori dello stato…”.

Eleonora Evi di Europa Verde: “Avercene!…”.

Della Vedova, un po’ disorientato: “Sì ma ste cose però… Va beh! Fratojanni, tu non hai niente da aggiungere? Oh… Nicola ci sei?”.

Fratojanni: “Scusate eh, ma stavo dando una scorsa ai listini di Borsa: da quando siamo tutti e due in Parlamento io e mia moglie abbiamo un eccesso di liquidità e allora avremmo deciso di investire nella Exxon e in altri titoli petroliferi, tanto ‘sta cazzata dell’auto elettrica non dura. Solo che non danno niente, tutta colpa di quegli stronzi della rivoluzione green”.

Bonelli, piccato: “Perché guardi me?”.

Fratojanni: “E chi devo guardare: la Catalfo?”

Bonelli: “Ohè, ohè, Keynes, stai schiacciato eh! Che ancora dobbiamo finire di pagare il tuo casino con Soumahoro! A me il nero mi ha fottuto, almeno mi vuoi lasciare il verde?”.

Fratojanni: “Tu il verde ce l’hai di bile, di invidia!”.

Bonelli: “Se continui così, per ferragosto ti mando a casa quel rompicoglioni di Mario Tozzi così vedi che vacanza da suicidio”.

Donna Giorgia: “Boni, state bboni… Calenda, tu non partecipi?”.

Calenda: “Sì, scusa, stavo litigando con me stesso in una diretta skype. Mi sono insultato: tu non capisci un cazzo. Sei un poveraccio. E mi sono risposto: e tu capisci meno di Renzi. E poi mi sono sputato in faccia sul display”.

Donna Giorgia: “Vabbè. Piuttosto, allora, ‘sto patrick Zaki per le prossime europee, ve lo pigliate voi, sì?”.

Elly Schlein? “Lui sì, però anche la Carola Rackete no eh! E che siamo, l’ostello della gioventù fumata?”

Donna Giorgia: “Vabbè, ma quella allora Matteo, scusa, pigliatela te, no?”.

Salvini: “Ma io guarda, anche subito, ma come faccio? Mi ha dato del maiale!…”.

Donna Giorgia: “Vabbè, inventati qualcosa, in fondo voi come simbolo non avete tipo una pianta di marijuana?”.

Salvini: “Effettivamente… Magari le faccio fare la testimonial del ponte sullo Stretto mentre dice: sopra le macchine, sotto le ONG!”.

Magi: “Io rifaccio il mozzo, che l’altra volta mi ero divertito un sacco!”.

Si sente bussare, “permesso segnori”, entra uno con un vassoione di tramezzini, pizzette e birrette. Tutti in coro: “Ah bene, si mangia, tanto per cambiare. Ma questo chi è?”. “Boh, si chiama Venancio, pare lavorasse a Capalbio, in un ristorante sociale, ma i vipponi lo hanno scaricato, gli hanno detto ‘Ti regalo la libertà’. Perché questo pretendeva pure d’esser pagato”.

Elly: “Che vi avevo detto?”.

Mantovano e Fazzolari, sottosegretari alla presidenza: “Sì ma lasciateci qualcosa anche a noi, oh! Ma siete dei barboni proprio, ma che avete, la fame sovietica?”.
Magi, Della Vedova, Fratojanni e Bonelli: “Hanno parlato i due podestà, lì, che tirano avanti a carcadè! Ma per favore!”

Donna Giorgia: “Boni, state bboni. Vabbè, allora mi pare che siamo tutti d’accordo. Casomai per prendere tempo fino in autunno tiro dentro Brunetta al Cnel che almeno si rende utile. Però qualcosa bisogna pur dire, se no sembra che stavamo qui a fare merenda, chi lo fa il comunicato?”.

Conte: “Lo facciamo fare al centro studi della Cgil, così fanno qualcosa: “Salario minimo, posizioni restano distanti ma si intravedono spiragli”.

Tutti in coro: “Perfetto, allora a posto così. Ci ritroviamo a settembre, buon ferragosto a tutte e a tutti, non spariamo cazzate almeno questa settimana e speriamo che sti cazzi di cambiamenti climatici ci diano tregua, che qui altro che storie, la sera vien giù un freddo della Madonna che pare già novembre!”.

Max Del Papa, 12 agosto 2023