Boom di morti sotto i 65 anni. Ma il Covid non c’entra

La mortalità nel 2021 è peggiorata in tutta Europa. Soprattutto tra chi lavora e nei giovani

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di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi

Abbiamo indicato in diversi articoli e nel nostro libro Stop Vax (con Nicola Trevisan) come la mortalità nel 2021 sia peggiorata in modo drammatico in Europa – secondo i dati EuroMoMo –  tra chi lavora e tra i giovani. È migliorata solo tra gli ultra-ottantacinquenni, stabile tra 65 e 75 anni. Sotto i 65 anni un vero disastro. Questo non è un effetto del Covid per due ragioni: i morti Covid sono al 96% sopra i 65 anni anche adesso e l’aumento dei morti totali è molto maggiore di quelli classificati Covid sotto i 65 anni. Ieri è apparsa una conferma clamorosa di questo fenomeno.

Dagli Stati Uniti arriva infatti la notizia che il Ceo compagnia assicurativa OneAmerica, Scott Davidson, ha detto che i tassi di mortalità attuali sono “i più alti mai visti nella storia di questo settore, e non solo alla OneAmerica”: sono saliti ora del 40% rispetto ai livelli pre-pandemia fra le persone in età lavorativa. Visto che OneAmerica gestisce polizze vita, questo dato è cruciale per la sua attività e gli attuari e gli statistici impiegati dalle assicurazioni sono molto motivati a stimare in modo corretto la mortalità perché è il loro business. Davidson ha aggiunto che non sono gli anziani a morire ma “principalmente le persone in età lavorativa, fra i 18 e i 64 anni.” “Tanto per darvi un’idea di quanto questo sia grave – ha dichiarato – una catastrofe da tre sigma, ossia una di quelle che avvengono una volta ogni 200 anni, comporterebbe un aumento del 10% rispetto al valore pre-pandemia, per cui il 40% è un valore inaudito.”

In altre parole, negli Stati Uniti in questo periodo c’è una mortalità eccezionale: qualcosa la sta causando e il Ceo Davidson non avanza ipotesi. Alle compagnie assicurative del ramo vita la causa della morte interessa poco: quello che conta è che l’assicurato sia deceduto e poi le stime della mortalità per aggiustare il costo dei premi. Davidson ha però dichiarato che nella maggior parte delle richieste di riscossione di premi per il caso morte, il decesso non viene classificato come “Covid”. “Quello che ci dicono i dati è che le morti che vengono segnalate come da Covid sottostimano di gran lunga i decessi tra le persone in età lavorativa durante la pandemia. Sul loro certificato di morte non è scritto Covid nella maggioranza dei casi, ma i morti sono aumentati in numero enorme.”

È evidente quindi che c’è un’altra causa di morte oltre il Covid che produce questo drammatico e senza precedenti aumento di morti tra chi lavora e tra i giovani. Un +40% sono numeri da tempo di guerra e infatti Davidson dice che non li ha mai visti nella sua carriera (si tratta statisticamente di una deviazione di 3 volte oltre la media). Nel 2021 però c’è un fattore nuovo che potrebbe spiegare questa alta mortalità, oltre il Covid. Ed è la vaccinazione di massa. Anche questo dato combacerebbe con quelli che abbiamo citato dall’Osservatorio Europeo sulla Mortalità che indicano un record di mortalità per tutti quelli sotto i 65 anni nel 2021 e molto in eccesso del 2020.

Bisogna che i politici e i responsabili della politica sanitaria tolgano la testa dalla sabbia, smettano la propaganda a senso unico, introducendo persino l’obbligo vaccinale over 50, e rispondano al pubblico sul perché ci sono questi morti, che non sono morti dovuti alla malattia virale.

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