Cronaca

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Bufera sullo spot delle patatine e l’Eucaristia: “È blasfema”

La nuova pubblicità di Amica Chips nel mirino dei cattolici. E l’Aiart ne chiede la sospensione

amica chips spot blasfemo

Si infiammano le polemiche per la pubblicità di Amica Chips. Lo spot, visibile sui canali social dell’azienda, sostituisce infatti l’ostia consacrata con le patatine del noto marchio scatenando una ridda di commenti negativi.

A chiedere l’immediata “sospensione dello spot” che “offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti” è Giovanni Baggio, presidente nazionale dell’Aiart, l’Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione di ispirazione cattolica, secondo cui sarebbe oltraggioso “banalizzare l’accostamento tra la patatina e la particola consacrata”.

Il video pubblicitario è breve e incisivo. Si vede un gruppo di novizie di un monastero mettersi in fila per ricevere l’Eucaristia dalle mani di un parroco. La prima a ricevere l’ostia consacrata, però, si ritrova a sgranocchiare una patatina di Amica Chips. A margine, una suora fa lo stesso direttamente dalla busta. Secondo Baggio lo spot sarebbe “il tentativo di risollevare un’azienda ricorrendo alla blasfemia”, ma “strappare un applauso ad un pubblico compiacente con riferimenti blasfemi, è degradante per chi fa, o pretende di fare, pubblicità”. E ancora: “Ci si appella al politically correct e alla cancel culture, ma solo contro la religione cristiana (ma solo quella) ci si sente autorizzati a qualsiasi obbrobrio?”.

Sulla stessa linea anche l’ex senatore, Simone Pillon: “Sono stanco di chi sfotte la fede cristiana per fare soldi e per questo me ne guardo bene dal pubblicare lo spot blasfemo di Amica Chips, con le patatine nell’Eucaristia, visto che è quello che si aspettano. Meglio un ostensorio, che esprima il bimillenario rispetto che viene tributato da questa Terra al cattolicesimo”. Pillon fa sapere che, insieme ai colleghi giuristi dell’associazione san Tommaso Moro, valuteranno “un bell’esposto per offesa al sentimento religioso, magari con richiesta di risarcimento”. “A proposito, una domanda ai coraggiosi titolari dell’azienda mantovana: a quando uno spot con Maometto protagonista? – conclude –  Paura eh?”.

In questi giorni si discute tanto della statua della donna che allatta un bambino che, secondo una magnifica commissione, non rappresenterebbe un valore “universalmente riconosciuto”, e forse potrebbe risultare offensivo per chissà quale minoranza. E poi siamo sommersi da richieste di essere inclusivi, di rispettare le altre religioni, di assecondare le richieste di chiusura delle scuole per Ramadan. Visto lo spot, alcuni si chiedono: il discorso non vale solo per la sensibilità dei cristiani? Sotto la pubblicità su Youtube, cominciano intanto a leggersi le prime reazioni negative: “Uno spot totalmente irrispettoso e insieme privo di originalità, visto sfottere la fede cattolica è un topos abusato. Invito i creativi a provare con altre religioni, magari l’islam o l’ebraismo. Sarebbe davvero interessante vedere le reazioni”.

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