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Carini-Khelif, anche l’Ungheria alza la voce: “Siamo indignati”

Il prossimo incontro dell’atleta algerina è contro Anna Luca Hamori. Il comitato ungherese chiedere chiarimenti al Cio

Carini Khelif (1) © Aksonov tramite Canva.com

L’incontro di boxe tra l’algerina Imane Khelif e l’ungherese Anna Luca Hamori è il prossimo turno per le polemiche che hanno ormai catalizzato l’attenzione di queste Olimpiadi, sollevando questioni di grande importanza riguardanti l’equità e la trasparenza nelle competizioni. Dopo il ritiro di Angela Carini, dopo le posizioni del governo italiano, dopo i comunicati della Federazione internazionale di boxe e quelli del Cio, adesso tocca all’Ungheria.

Al centro delle discussioni ci sono le preoccupazioni espresse dall’Associazione Pugilistica Ungherese riguardo alla partecipazione di Khelif alle prossime Olimpiadi. La federazione di boxe dell’Ungheria ha infatti presentato una formale opposizione al Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e alla propria organizzazione nazionale, mettendo in dubbio la decisione di permettere a un’atleta esclusa da precedenti competizioni mondiali a causa di un test biologico non superato, di gareggiare. Questa azione ha evidenziato un significativo disallineamento tra le aspettative di chiarezza nelle regole e le decisioni prese dagli organi di governo dello sport a livello internazionale.

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“Sono molto dispiaciuto che ci sia uno scandalo e che dobbiamo parlare di un argomento che non è compatibile con lo sport”, ha detto Lajos Berkó, membro del consiglio esecutivo. “Questo è inaccettabile e scandaloso”. Per questo l’Ungheria della boxe ha chiesto “al Cio di riconsiderare la sua decisione, che ha consentito a un atleta di entrare nel sistema di gare del Cio che era stato precedentemente bandito dai campionati mondiali”. Netta l’opposizione “alla presenza nei Giochi dell’atleta algerina, esclusa dai Mondiali nel 2023 dopo non aver superato un test biologico. Il nostro comitato olimpico ha a cuore gli interessi dell’atleta ungherese, per questo motivo sta approfondendo quali mezzi può utilizzare per tutelare il diritto di Anna Luca Hamori a una competizione leale sulla base delle norme attuali”.

Anna Luca Hamori, tuttavia, ha mostrato un atteggiamento di forte determinazione, affermando di rimanere focalizzata sulla competizione, nonostante le controversie e l’attenzione mediatica che hanno preceduto l’evento. La sua risolutezza di non lasciarsi scuotere dalle polemiche sottolinea un impegno profondo verso la sfida sportiva, che trascende gli ostacoli extragonistici.

Il caso di Imane Khelif ha riportato alla luce un dibattito più ampio relativo alle politiche e ai criteri adottati dal CIO per l’ammissione agli eventi sportivi internazionali. La situazione ha messo in evidenza incongruenze tra i regolamenti olimpici e quelli delle federazioni sportive internazionali, ponendo interrogativi sulla coerenza e l’equità delle normative che regolano l’accesso alle competizioni di livello mondiale.

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