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Caro 2021, liberaci da intellò e televirologi - Seconda parte

Una parabola simile a quella dello psicologo dei radical chic, Massimo Recalcati: ad agosto, costui si scagliava contro il “negazionismo puberale” e definiva “l’appello alla libertà” come una “manifestazione sintomatica” di un disagio mentale. All’inizio di febbraio, la musica era diversa: la “nuova malattia” non era il Covid, bensì il “sovranismo psichico”.

Caro 2021, è troppo sperare che, oltre al coronavirus, tu tolga di mezzo pure questi figuranti?

Alessandro Rico, 1º gennaio 2020

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